Magazine Cinema
Anno: 2014
Episodi: 8
La trama (con parole mie): Marty Hart e Rust Cohle sono due detectives dalle vite e dai metodi diametralmente opposti, messi in coppia ed al lavoro su un terrificante caso di omicidio avvenuto in Louisiana nel 1995. Il primo, padre di due figlie pronto a concedersi ad alcool e scappatelle, è un uomo sempre in cerca di contatto e conferme, il secondo un lupo solitario metodico e maniacale proprio come un serial killer, che ha un passato di violenze legate al padre, al suo incarico di infiltrato per la narcotici e alla morte della moglie e della figlia. Quando il caso cui lavorano li porta ad una pista che apparentemente coinvolge un alto prelato della zona la vicenda si complica, comportando strascichi nelle vite private dei due investigatori ed una coda che li condurrà, diciassette anni dopo quell'incarico, ad essere interrogati da due colleghi più giovani e a tornare in pista per mettere le mani su un colpevole scampato alla cattura ai tempi.
Il lato oscuro dell'Uomo è da sempre una delle tematiche rispetto alle quali il sottoscritto mostra più sensibilità, che si parli di romanzi, film o serie tv: ai tempi in cui fu annunciata True detective, proposta di lusso - a partire dal cast - targata HBO - già di suo una sorta di garanzia di qualità - l'impressione che mi sarei trovato di fronte ad uno dei cult del piccolo schermo di questo duemilaquattordici ha finito per alzare l'hype di parecchio, tanto da rimandare la visione del primo episodio quasi avessi timore di un flop in pieno stile The following.
Fortunatamente, siano ringraziati Nic Pizzolatto, McConaughey - fresco di Oscar e sempre più bravo, in grado di regalare uno dei charachers più importanti della Storia recente della televisione, Rust Cohle - e Harrelson, True detective ha finito per rivelarsi una delle cose migliori che il Saloon abbia approcciato negli ultimi mesi, in grado di mescolare ad un'ambientazione southern di quelle tanto gradite al sottoscritto elementi che corrono da Mystic river a Se7en, senza dimenticare chicche come Memories of murder o Twin Peaks - i riferimenti all'uomo con le cicatrici sono stati talmente agghiaccianti da ricordarmi i tempi in cui Bob riusciva a scatenare puro terrore nell'allora piccolo Ford -.
Ma scrivere in modo assolutamente freddo delle interpretazioni di qualità decisamente cinematografica dei protagonisti, della sceneggiatura curata sotto ogni aspetto, della regia pulitissima ed autoriale di Fukunaga, della resa del prodotto finale mi pare decisamente limitante per qualcosa di notevole come True detective: poche volte, che si tratti di tv o settima arte, infatti, si è deciso di esplorare con lo stesso coraggio il lato oscuro dell'anima umana, capace di portare noi che ci conviviamo nei recessi più profondi che la Natura abbia mai disegnato per le sue creature con la stessa facilità con la quale si affronta la quotidianità all'apparenza più banale, e che inevitabilmente finisce per salvarci proprio grazie alla sua semplicità da tutto quello che rappresenta la disperata voracità del lato oltre il confine.
Rust e Marty, così diversi eppure entrambi inesorabilmente attratti dal conflitto tra stelle e buio profondo, divengono episodio dopo episodio alfieri (im)perfetti della lotta che l'Uomo intraprende contro se stesso prima ancora che contro gli esponenti più terrificanti della sua specie: i due investigatori sono antieroi sempre al limite, peccatori passionali e profondi, esploratori di un mondo selvaggio e senza perdono, dalle paludi del bayou ai salotti di un'elite religiosa e politica quasi più mostruosa della selvaggia nemesi che chiuderà questo capitolo delle vite dei protagonisti - ed una prima stagione che spero vivamente possa essere seguita da una seconda altrettanto sorprendente -, uno psicopatico imponente ed ipnotico che è riuscito a ricordarmi addirittura due casi illustri, il Giudice Holden di Meridiano di sangue ed il Colonnello Kurtz di Apocalypse now.
Ed opposti all'orrore - e tutti noi ben sappiamo che la violenza sui bambini è il peggiore che si possa immaginare - questi due uomini segnati dalla vita, dall'aura di dannazione simile a quella dell'Hole di Nesbo: Marty, con i doveri di padre ed i peccati dell'uomo, il gregario pronto a diventare protagonista, e Rust, dal piglio da Uomo e lo sguardo tagliente, la follia da visioni e l'impermeabilità apparente al mondo.
Due di quelli che paiono non farcela e ai quali affideresti comunque la vita.
Due che ci sono. Nel senso fisico e non solo.
Perchè nonostante tutto quel buio attorno, non è detto che non siano le stelle, quelle che stanno vincendo la partita.
MrFord
"Well, you're my friend, and can you see?
Many times, we've been out drinking;
many times we shared our thoughts.
But did you ever, ever notice, the kind of thoughts I got?
Well, you know I have a love; a love for everyone I know.
And you know I have a drive, to live I won't let go.
But can you see its opposition, comes rising up sometimes?
That its dreadful imposition, comes blacking in my mind?"Johnny Cash - "I see a darkness" -
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