(Davide Ballinari) - La candidata del Partito democratico progressista (Dpp) Tsai Ing-wen, il 16 gennaio, ha vinto le elezioni presidenziali a Taiwan: è la prima donna presidente dell’isola. La sua vittoria, nei confronti di Eric Chu, candidato nazionalista, è stata schiacciante, con il 60% delle preferenze, facendola diventare la prima donna al potere in una nazione di lingua cinese.
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Tsai Ing-wen, la prima presidente donna di Taiwan. La signora, giurista di 59 anni, riporterà alla luce i difficili rapporti tra Taiwan e Pechino: il partito progressista Dpp del neo presidente, è in favore dell’indipendenza dell’isola, non avendo mai pienamente accettato il “consenso del 1992”, stipulato tra le due parti, in cui si riconosce che esiste “una sola Cina”. Il sostegno allo schieramento politico è cresciuto dal 2014, quando centinaia di studenti occuparono il Parlamento di Taiwan per settimane, nella più grande manifestazione di sentimento anti-Cina da anni. “Pechino deve rispettare la democrazia di Taiwan ed entrambe le parti devono assicurarsi che non ci siano provocazioni”, ha detto Tsai Ing-wen nel suo primo discorso dopo l’elezione. “Il nostro sistema democratico, la nostra identità nazionale e la nostra integrità territoriale devono essere rispettati se non si vuole deteriorare la stabilità delle relazioni fra i nostri due Paesi”.
La “piccola Ing”, come la chiamano i suoi sostenitori, ha le idee molto chiare: “Guarderemo con impazienza all’arrivo di una nuova era politica per Taiwan: la volontà del popolo sarà la base per le relazioni future con la Cina”. Con le sue lauree in legge alla Cornell University americana e alla London School of Economics, Tsai Ing-wen dovrebbe avere la sensibilità per continuare a negoziare con Pechino ed evitare una nuova crisi che toccherebbe i mercati mondiali. A Taiwan è però diffuso il timore che i rapporti più distesi della Cina con l’Occidente possano essere il preludio a un’annessione dell’isola, ma Tsai Ing-wen si è già detta pronta a rilanciare l’economia stagnante, diversificando gli scambi con il Sud e il Sud-Est asiatici e rompendo definitivamente la politica del governo precedente che favoriva la Cina, seconda economia più grande del mondo.
Le femministe di Pechino esultano per una presidentessa guardata con sospetto dal governo di Pechino, e trovano, nella sua vittoria, una fonte di grande incoraggiamento, considerando il fatto che, nella Repubblica popolare, esse sono rappresentate solo da pochi membri, di seconda fila.
Un altro gruppo di persone che si sentono rappresentate dal presidente Tsai, sono gli omosessuali: prima del gay pride dell’anno scorso a Taipei, la capitale del Taiwan, ha dichiarato il suo sostegno per il matrimonio gay, attraverso un video su Facebook, dove diceva: “di fronte all’amore, tutti sono uguali. Lasciamo ad ognuno la libertà di amare e di perseguire la propria felicità. Sono Tsai Ing-wen e sostengo l’uguaglianza del matrimonio.”
Così questa elezione potrebbe rappresentare un grande passo verso il cambiamento a Taiwan con la speranza che il futuro possa portare le grandi novità che la maggioranza dei cittadini, che hanno votato Tsai Ing-wen, si aspetta.