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“Tsatsiki e Ma’” di Moni Nillsson, Bohem Press

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

tsatsikicopQualche anno fa la casa editrice Bohem Press inaugurò una bella collana di romanzi destinati alla fascia d’età delle scuole elementari: la serie “Bohemracconta”).
Seguii subito con entusiasmo le uscite, sia perché vi trovai prontamente storie indimenticabili (come, una delle mie preferite in assoluto, “Lupo Sabbioso. L’incontro” di Asa Lind), sia per la cura editoriale e l’elegante e raffinata veste grafica dei libri.
Purtroppo la collana si interruppe troppo velocemente e ne fui molto dispiaciuta perché rappresentava davvero una valida risorsa per portare nel nostro paese storie di qualità, non banali, di gusto e sensibilità rari, molto vicine alla mente e al cuore dei bambini.
Una ventata d’aria fresca e pulita in una fetta dell’editoria per l’infanzia, quella destinata ai ragazzini di 7-10 anni, sovente troppo povera di voci originali e meritevoli.

Sperando quindi che l’editore si trovi presto invogliato ad arricchire di nuovi titoli la selezione, ho deciso di raccontarvi oggi di uno di questi brevi romanzi, che per delicatezza ma allo stesso tempo tenero humor, è degno sicuramente di menzione: “Tsatsiki e Ma’” di Moni Nillsson, affascinante e interessante scrittrice svedese, di tempra anticonformista e ampia cultura.

Ed infatti tutto lo spirito libero e vivace dell’autrice si rispecchia perfettamente tra le pagine del libro, accompagnato da un’attenzione acuta e tenera ai pensieri e i comportamenti bambini.
In grande considerazione è tenuto infatti il piccolo protagonista seienne – Tsatsiki – e di somma dignità godono le sue riflessione e i suoi sentimenti.
Ma non certo una centralità che lo vede viziato e bizzoso. Tutt’altro: Tsatsiki è un membro effettivo delle comunità di cui fa parte – quella familiare, quella scolastica – , un piccolo individuo dotato di cuore e testa pensante, sentimenti vivi e capacità creative e come tale è considerato.
Sicuramente dalla mamma – l’indomita e vitale Ma’ – ma anche dai nonni, dal forzuto coinquilino Goran e perfino dalla maestra…Il bambino vive in un ambiente non ordinario ma sano, solido, dove è amato, rispettato, voluto, dove si osservano le regole dell’affettività e non ci si cura delle apparenze, dove i moti del cuore e dell’anima non vengono liquidati ma ascoltati e curati.

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Tsatsiki non conosce il suo papà, sa soltanto che vive in Grecia e che di mestiere fa il pescatore di polipi, ma sa che è figlio dell’amore – quindi desiderato. Vive con una madre che sogna, e s’impegna, per diventare rockstar ma sa anche prendersi carico del benessere del figlio e sostenerlo, non importa che sia un po’ stramba, che vesta con giacche di pelle e pantacollant, che suoni in gruppo che si chiama “I ribelli” e abbia alle volte un modo tutto suo, e poco ortodosso, di dirimere le questioni.
Ma’ è anche solare e allegra, ama moltissimo giocare con Tsatsiki ed ha sempre tempo per lui, lo fa sentire importante, centrale, arricchisce il suo mondo di gioia di vivere ed allegria. Ed è anche risoluta! Sempre pronta ad affrontare le difficoltà con piglio e carattere non convenzionali.

E così procede la vita del bambino durante un anno sicuramente difficile: quello dell’inizio delle scuole elementari, del primo impatto con i compagni e le maestre, i compiti, i bulli e perfino delle prime cotte.

Ma Tsasiki è solido perché è l’amore che l’ha reso tale.
Un amore generoso, libero e felice e grazie a quanto questo ha seminato in lui, è perfettamente in grado di tener testa alle prove che la vita comincia a mettergli davanti.

Senza mai negare i sentimenti ambivalenti, le paure, le gelosie, le piccole insicurezze, le tristezze quotidiane, senza celare il fatto che di tanto in tanto gli manchi un papà e i timori che la mamma si innamori di qualche personaggio poco simpatico, senza nascondere la sua tenerissima umanità infantile, Tsatsiki risplende in tutte le pagine come un bambino sicuro, risolto, positivo, ricco di pensieri brillanti e sentimenti vivi.
Così ha il coraggio di affrontare il terribile bullo della scuola e finire perfino per vederlo per ciò che è in realtà – un ragazzino sfortunato che non gode dello stesso amore e sostegno di cui gode lui – , ha la capacità di entrare in sintonia con una simpatica maestra, di trovarsi tanti amici, di imparare non troppo ma ciò che basta, di fidanzarsi con la bella Maria…

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Pagina dopo pagina si susseguono le avventure di Tsasiki e della sua famiglia, dei suoi amici – e nemici! – di tutto l’universo che gli gravita intorno. Un universo semplice e quotidiano, ma allo stesso tempo ricco, straordinario e molto divertente.

Tra le righe di un romanzo lieve e gustoso, senza alcuna pecca di appesantire o privare di vivacità e naturalezza la narrazione, si cela anche un piccola ma incisiva riflessione sulla famiglia. Questa infatti non si trova necessariamente dove tutti i canoni di normalità sono rispettati bensì dove un bambino è amato e considerato, dove è libero di esprimersi nelle sue azioni e nelle sue emozioni, dove è accolto come figlio d’amore qualunque sia il suo natale, dove è sostenuto e spinto ad affrontare il mondo con sicurezza ma anche con attenzione e sensibilità, dove sa di avere un porto fermo e dove si diverte.
Se così è la casa, così il nucleo familiare, è molto probabile che un bimbo crescerà sano e felice, a prescindere dal numero e dal sesso dei genitori, a prescindere dai beni materiali che lo circondano.

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Il libro è illustrato dai bei disegni di Alessandro Sanna che ottimamente rispecchiano il piglio brioso che anima l’opera.
Pur nella sobrietà ed essenzialità del bianco-e-nero, il tratto deciso, vitale e un po’ irrequieto dell’artista, conferisce carattere ai personaggi e ben ne asseconda natura e originalità.

(Per chi, come me, si fosse lasciato conquistare dalle vicende di Tsatsiki, ricordo che il romanzo ha un seguito, sempre pubblicato in Italia da Bohem Press: “Tsatsiki e Pa’”)

(età consigliata: da 8 anni)

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