Come volevasi dimostrare: Tsipras vuole dimettersi e andare a nuove elezioni, senza nemmeno passare per il voto di fiducia prima che il nuovo massacro cominci. Un’avventura tutta da dimenticare o meglio da ricordare con rabbia
Ieri il parlamento di Atene ha detto sì alla terza tranche di “aiuti” alla Grecia o meglio ai creditori istituzionali e poche ore dopo l’eurogruppo, ovvero il sinedrio dei ministri finanziari della zona euro, senza alcun potere statutario, ma non di meno decisore finale di ogni cosa, ha dato il via libera, essendo stati varati dal governo greco tutti i massacri sociali richiesti. “Siamo finalmente all’accordo”. ha detto sorridendo il presidente di questa ambigua assemblea Jeroem Dijsselbloem, quello che ha imposto la cacciata di Varoufakis oltre che disonesto incompetente che si era persino inventato un master in economia per parere più credibile.
Detta in breve solo le briciole, forse 3 miliardi, arriveranno davvero ad Atene, il resto sarà gestito direttamente da Bruxelles: non c’è da stupirsi se il voto abbia definitivamente segnato la spaccatura di Syriza e dato vita a una nuova maggioranza che si appoggia sui voti del centro destra, Nuova Democrazia, Pasok e…