Come sicuramente già saprete, ridurre il numero di nanometri nel processo produttivo di un determinato chip ne migliora non solo le prestazioni in termini di performance ma anche in termini di efficienza energetica. Il motivo è abbastanza semplice: riducendo la dimensione di ogni singolo transistor, è possibile inserirne una quantità maggiore nella stessa area rispetto alla produzione ad un numero più alto di nm. Inserendone di più, è possibile ridurre il clock base ottenendo però le stesse prestazioni dello stesso chip prodotto a più nm.
Detto ciò, qui di seguito vi riportiamo il riassunto di un report proveniente da Cadence, secondo il quale TSMC avrebbe ammesso che la conversione delle proprie fabbriche ad un processo produttivo a 16 nm FinFET+, permetterà di ottenere dei chip che saranno il 40% più veloci (a parità di consumi energetici).
Ricordiamo che al momento, la principale produzione di TSMC è ancora basata sui 28 nm. In ambito mobile, questo passaggio potrebbe garantire a TSMC la chiusura di ottimi contratti con i vari produttori anche se, non è possibile negarlo, il colosso dei semi conduttori si trova in ritardo rispetto a Samsung, il quale ha già da tempo iniziato la produzione di chip a 14 nm (il SoC presente sugli ultimi Samsung Galaxy S6 e Samsung Galaxy S6 edge è realizzato proprio a 14 nm).