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In cerca di un volto. Forse è anche questo, l’estate! Non solo e non tanto la ricerca di un tempo “liberato”, di un luogo “riconosciuto” o sconosciuto, di un ambiente familiare o intricante, di emozioni nuove o attese! O forse proprio attraverso queste. Forse anche l’estate è sempre un “viaggiare”, anche se, in genere, non ci si sposta da quei pochi metri di spiaggia, di piazza o di ambienti, dove si va a “scaraventare” la propria esistenza, come spesso accade nelle “vacanze”.
Forse l’estate, le “vacanze” sono questa “attesa”, a volte disperata, che un volto ci si “riveli” e ci abbagli anche se, quasi sempre, proprio per questo, forse, ce ne difenderemo. E tuttavia, pur disorientati dall’incontro con infinite nuove persone-non volti, per lo più, coperte da maschere o “veli” che, contrariamente al nostro intimo istinto e bisogno, non ci offrono “conoscenza”, rimaniamo ”in cerca”. Al punto che spesso, semplicemente, non ci resta che guardare e fissare luoghi, oggetti, magari il mare o le nuvole, fino a diventare “visionari di volti, scopritori della continua apparizione del desiderato” (Erri De Luca).
E tuttavia rimaniamo consapevoli, confusamente, ma consapevoli, che quel volto “desiderato” sarà anche capace di provocare emozioni, passioni, sentimenti ed esperienze “nuove”, ma, soprattutto, quel volto che “attendiamo” sarà quello che riuscirà a rivelare, come in uno specchio, noi a noi stessi. Sarà il volto che riuscirà a “raccontarci” aspetti, dimensioni ed emozioni, di noi, ancora sconosciute. Sarà il volto che ci dirà e ci “racconterà” che noi non siamo “ancora” quello che siamo, non siamo “tutto” quello che siamo. E forse farà la “magia” di costringerci a riconoscere anche lo “strano” (che in genere noi proiettiamo negli altri) semplicemente come quel nostro “proprio” che non riusciamo ad accettare ancora come “nostro”!
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