L'ultimo è stato avvistato a Breccanecca, nell'entroterra ligure. Il Wwf si sta attivando per evitarne l'estinzione. Ma il “bambino con la palla che gioca per strada” è praticamente introvabile. Un tempo popolava cortili, spiazzi e anche gli androni dei palazzi (in caso di maltempo). Si poteva riconoscere dalle croste sui ginocchi, che in alcuni casi potevano raggiungere i cinque centimetri di spessore. Alcuni esemplari più evoluti calzavano scarpette da calcio a sei tacchetti intercambiabili anche nel giorno della prima comunione, e intervenivano in tackle scivolato sul Vescovo al momento dell'ostensione. Gli studiosi hanno trovato, durante alcuni scavi effettuati a Parma, gli scheletri dei primati di questa, un tempo diffusissima, specie; si tratta dei Pedis Immunda, volgarmente detti piedi neri. Quest'ultima categoria si contraddistingueva per l'assoluta mancanza di calzature. Lo scheletro del Pedis Immunda è stato ritrovato nel cavedio di una casa popolare con un pallone Super Tele stretto in grembo. Alla notizia della sua probabile estinzione i proprietari di garage hanno mandato alle agenzie di stampa una nota di giubilio. I bambini con la palla, infatti, sceglievano il loro habitat naturale in corrispondenza delle saracinesche, riducendole nel tempo in lamiere piene di avvallamenti. Una sottoscrizione per salvare questo esemplare ligure è stata lanciata dall'Avi (associazione vetrai italiani), i cui affari stanno attraversando un trend decisamente negativo soprattutto a causa dell'estinzione della sottocategoria dei tiratori di controbalzo.Il loro metodo di comunicazione si basava quasi esclusivamente su brevi frasi nel vernacolo locale, inframezzato da bestemmie e turpiloqui. Catalogati dagli etnologi nella sottospecie della generazione spontanea dell'asfalto, i bambini con la palla erano una specie nomade, che transumava nelle aree verdi cittadine, oramai quasi scomparse a causa di amministratori così bravi a fagocitare i ricordi. Il loro nemico principale era l'Homus incazzatuus, noto come il portiere di condominio, una specie umana di dimensioni notevolmente maggiori. Per questo, il “bambino con la palla che gioca per strada”, era dotato di un notevole scatto, qualità che gli ha permesso un lungo ciclo vitale. Contro i palazzinari, però, poco hanno potuto. P.s.: sentite questa. Calciobalilla vietati, dopo le dieci di sera, a Villa d'Ogna, paesotto dell'alta Val Seriana, provincia di Bergamo. Motivo? Troppo rumore. Un consiglio all'ultimo “bambino con la palla che gioca per strada”: scappa dall'Italia. Finchè puoi...
L'ultimo è stato avvistato a Breccanecca, nell'entroterra ligure. Il Wwf si sta attivando per evitarne l'estinzione. Ma il “bambino con la palla che gioca per strada” è praticamente introvabile. Un tempo popolava cortili, spiazzi e anche gli androni dei palazzi (in caso di maltempo). Si poteva riconoscere dalle croste sui ginocchi, che in alcuni casi potevano raggiungere i cinque centimetri di spessore. Alcuni esemplari più evoluti calzavano scarpette da calcio a sei tacchetti intercambiabili anche nel giorno della prima comunione, e intervenivano in tackle scivolato sul Vescovo al momento dell'ostensione. Gli studiosi hanno trovato, durante alcuni scavi effettuati a Parma, gli scheletri dei primati di questa, un tempo diffusissima, specie; si tratta dei Pedis Immunda, volgarmente detti piedi neri. Quest'ultima categoria si contraddistingueva per l'assoluta mancanza di calzature. Lo scheletro del Pedis Immunda è stato ritrovato nel cavedio di una casa popolare con un pallone Super Tele stretto in grembo. Alla notizia della sua probabile estinzione i proprietari di garage hanno mandato alle agenzie di stampa una nota di giubilio. I bambini con la palla, infatti, sceglievano il loro habitat naturale in corrispondenza delle saracinesche, riducendole nel tempo in lamiere piene di avvallamenti. Una sottoscrizione per salvare questo esemplare ligure è stata lanciata dall'Avi (associazione vetrai italiani), i cui affari stanno attraversando un trend decisamente negativo soprattutto a causa dell'estinzione della sottocategoria dei tiratori di controbalzo.Il loro metodo di comunicazione si basava quasi esclusivamente su brevi frasi nel vernacolo locale, inframezzato da bestemmie e turpiloqui. Catalogati dagli etnologi nella sottospecie della generazione spontanea dell'asfalto, i bambini con la palla erano una specie nomade, che transumava nelle aree verdi cittadine, oramai quasi scomparse a causa di amministratori così bravi a fagocitare i ricordi. Il loro nemico principale era l'Homus incazzatuus, noto come il portiere di condominio, una specie umana di dimensioni notevolmente maggiori. Per questo, il “bambino con la palla che gioca per strada”, era dotato di un notevole scatto, qualità che gli ha permesso un lungo ciclo vitale. Contro i palazzinari, però, poco hanno potuto. P.s.: sentite questa. Calciobalilla vietati, dopo le dieci di sera, a Villa d'Ogna, paesotto dell'alta Val Seriana, provincia di Bergamo. Motivo? Troppo rumore. Un consiglio all'ultimo “bambino con la palla che gioca per strada”: scappa dall'Italia. Finchè puoi...
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