È sempre questione di aspettative e prospettive. Falling Skies è stata lanciata in pompa (nessun riferimento sessuale voluto) magna, come la nuova serie fantascientifica prodotta da Steven Spielberg e ciò ha creato nei suoi fans aspettative piuttosto orgasmiche (riferimento sessuale voluto). Chi si aspettava una cosa grandiosa e rivoluzionaria per il genere fantascientifico e per la serialità televisiva rimarrà quindi immancabilmente deluso. Chi invece come me non si attendeva che questi cieli cadenti venissero giù come il nuovo Messia, si è trovato di fronte a un prodotto medio, non eclatante ma comunque guardabile, almeno per quanto riguarda i primi episodi, dopo di ché l’attenzione potrebbe calare rapidamente, come già successo ad altre serie analoghe come FlashForward, The Event o V (e arrivato al quinto pessimo episodio devo dire che sta già calando parecchio).
C'è solo un'invasione aliena in corso, ma voi fatevi pure una gita in moto...
La storia, ci mancherebbe ancora, è molto spielberghiana. Fin dalla prima scena, con il racconto dell’invasione aliena fatta da un bambino che ha perso la madre, ci troviamo nel mondo fantascientifico tipico del regista che comunque qui si è limitato al ruolo di producer, ovvero chi caccia fuori il grano più che le idee.La serie negli Stati Uniti va in onda su TNT, network via cavo che finora non si è contraddistinto per una produzione telefilmica di enorme qualità (si segnala giusto The Closer), ma che con questo nuovo Falling Skies ha fatto subito registrare ottimi ascolti, destinati però a una rapida falling? Chissà, nel frattempo però è già stato confermato per una seconda stagione, decidete voi se questa è una buona notizia o meno.Fin dall’inizio mi sembra che questo Falling Skies nasca come una roba vecchia, con uno stile da fantascienza anni Ottanta/Novanta come concetto e come respiro epico e molto, troppo enfatico (la cosa più insopportabile della serie), con tutti i valori di unità tipicamente americani stile Independence “fucking” Day quando va male, di La guerra dei mondi dello stesso Spielberg quando va bene. Peccato solo che manchi l’ironia di un Mars Attacks!. Non è quindi una serie vintage che vuole recuperare quel tipo di sci-fi, ma solo una serie che finisce per sembrare fuori tempo massimo e basta, rimanendo al massimo un discreto intrattenimento estivo.Ma usare una pistola è troppo semplice?
Il protagonistone della serie è Noah Wyle, per anni sul piccolo schermo nei panni del dottor Carter di E.R., mentre qui riprende il ruolo di professore già rivestito in Donnie Darko e diventa quello che viene definito “Professor kick-ass”, visto che se nella vita precedente a.I. (che non sta per Intelligenza Artificiale ma per avanti Invasione aliena) era un insegnante di storia topo di biblioteca, ora si trova a dover fare il comandante in seconda di un esercito di umani che prova a tirare avanti contro gli alieni. Degli alieni colonizzatori e parecchio bastardi chiamati Skitters.In un solito scenario post-apocalittico guerrafondaio per fronteggiare l’invasione aliena, la serie si concentra soprattutto sul rapporto tra gli umani superstiti, in una maniera che ricorda da vicino The Walking Dead e, ma solo molto vagamente, anche le dinamiche tra i protagonisti di Lost. E ho detto molto vagamente.Naturalmente il male, i cattivi, non sono solo gli alieni detti Skitters, bensì anche gli omini stessi che combattono per le armi e per le poche risorse rimaste, ma soprattutto per il potere. La solita fissazione degli esseri umani.Ecco, così!
Oltre a un Noah Wyle qui in versione non troppo distante dal Jack di Lost e perennemente con la “faccia da denti digrignati” (ma perché?!?), c’è il suo figlio adolescente conteso tra la sexy Jessy Schram (interpretava Patricia Arquette da giovane in Medium) e una sexy timorata di Dio: chi pensate preferirà? Forse la terza, una misteriosa tizia guarita dal cancro (oh Spielberg, non avrai esagerato sta volta?). Se la partenza della serie non è eclatante, dal secondo e terzo episodio cominciano a spuntare personaggi che possono scombussolare la prevedibilità dell’insieme e tra tutti spicca il personaggio interpretato da Colin Cunningham, un villain a capo di una banda di guerrieri della notte post-apocalittici che però non si rivelerà così cattivo. Yeah, I know I know, non è certo una novità nemmeno questa, però è il personaggio più promettente. Sarà che gli altri sono ancora meno promettenti e dal quinto episodio la serie sembra precipitare nella mielosità assoluta.Per sintetizzare: una visione estiva decente, recitata così così (Will Patton di Armageddon? Era proprio necessario???), con zero innovazione, niente che possa far venir giù il cielo, un The Walking Dead con gli alieni Skitters skifosi al posto degli zombies skifosi. Considerando però che d’estate l’alternativa sono le repliche di Forum o Tamarreide, o mangi la minestra o salti la finestra...(voto 6)