Tu sei mio FIGLIO

Creato il 12 gennaio 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
13 gennaio 2013           
                          Antifona d'Ingresso Cf Mt 3,16-17 Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui ,
e la voce del Padre disse:
«Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto».


CollettaPadre d'immensa gloria,
tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli: concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna con te ...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 40,1-5.9-11

Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.Dal libro del profeta Isaia «Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. - Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». - Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 103
Rit. : Benedici il Signore, anima mia.
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. - Rit.
Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. - Rit.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi. - Rit.
Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. - Rit.
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. - Rit.

Seconda Lettura Tt. 2,11-14; 3,4-7

Signore ci ha salvato con un 'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta sal­vezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'em­pietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli ap­partenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore no­stro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spi­rito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella spe­ranza, eredi della vita eterna. - Parola di Dio
Vangelo Lc 3,15-16.21-22

Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • Questa sera siamo introdotti al cammino dell’anno dal Vangelo di Luca che ci aiuta a riflettere per capire:
  • Chi è Gesù? Cosa è venuto a fare ?
  • Cosa ci invita a lasciare ? Cosa ci porta?
con tutta la bellezza e la gioia di avere Lui come Signore che ci libera dagli idoli che ci ingannano.
  • La prima nota, su cui portare l’attenzione, è l’attesa del popolo.
Cosa vuol dire che nell’uomo c’è l’attesa, l’anelito, il desiderio di una risposta che porti luce nel cammino della vita? Questo bisogno è anche la provocazione ad una verifica seria, perché può portare, e lo porta realmente, a seguire il primo che capita e a dimenticare il cammino vissuto nella comunità e nel tempo. L’uomo ha avuto tante risposte, e spesso si è attaccato a ciò che era più facile e alla mano. La prima questione posta stasera è rendersi conto che io faccio parte dell’umanità in attesa. Cosa scelgo io? A cosa e a chi mi attacco? Con chi gioco la mia attesa e la mia speranza? Sono le domande preliminari che orientano l’impegno sincero di ciascuno. Un momento di silenzio per orientare la riflessione:
  • Chi cerco io?
  • Che cosa cerco?
  • A chi mi affido?
  • A quel tempo, la gente aveva davanti agli occhi Giovanni Battista ed era ovvio attaccarsi a lui pensando che fosse lui il messia. Da qui nasce il dramma, perché la risposta del Battista è esemplare e sconcertante.
Al suo posto, uno poteva pensare, con lucidità, di approfittare di questa attesa, della stima della gente e rispondere di essere lui il messia. Al tempo di Gesù e del Battista c’erano già predicatori che annunciavano l’avvento dell’atteso, del Messia. Quindi era logico che la gente chiedesse: ‘Sei tu quello che deve venire?’. La risposta del Battista è netta e va meditata. Primo aspetto è la lealtà e la purezza di intenzione del Battista nel dire che non è lui l’atteso. Questo ci suggerisce di vigilare per non fare, delle esigenze più profonde, un interesse immediato. Giovanni Battista è esemplare nel suo disinteresse, nella sua lealtà nel seguire la voce di Dio e nell’eseguire il mandato ricevuto. Non sono io ’ : è la sua risposta. Questo apre una sconcertante riflessione: l’affermarsi di una persona è legata alla sua negazione. Il suo modo di dire '' è 'no'. Battista si afferma negandosi; non pensa al suo interesse, alla sua popolarità e al suo successo. “Io sono per Lui, ma non sono Lui; vengo per Lui, ma non sono Lui “, ci dice. Anzi : ‘Posso essere per Lui, per quello che rappresento, accettando il mio ruolo di essere una voce che grida nel deserto e per questo annunciare un altro ’. Che lezione per la Chiesa! Non parliamo poi della mentalità corrente! Anche per la Chiesa è facile illudersi e vivere il proprio compito per affermare se stessa e non essere a completo servizio. Giovanni Battista è netto e puro nella sua affermazione; e quando si mette in pratica questo atteggiamento, tutta la vita della comunità funziona. Se invece vince la spinta verso l’affermazione, si creano situazioni di disagio, di conflitto, di incomprensione e quindi di non comunione. La domanda richiede una risposta esigente: fare il possibile per non cercare noi stessi ed essere attenti al bene di tutti; affermarsi dimenticandosi. Il Battista continua sottolineando la grande differenza che c’è tra lui e l’Atteso: uno battezza con acqua, un gesto che ha un valore umano ma che non ha la forza di generare e di produrre il cambiamento; l’altro, cioè Gesù, battezza in forza dello Spirito. Il Battesimo del Battista preannuncia, mentre quello di Gesù è quello vero, in grado di trasformare l’uomo, di lavorare nell’intimo della persona, plasmarla e renderla capace di un servizio vero.
  • Abbiamo così un punto di comprensione: l’attesa ha una risposta in negativo, per essere positiva.
La risposta positiva è sorprendente, nuova e preziosissima per noi. Dice il Vangelo: il cielo si aprì ” . È una formula per dire : Dio si rivela, parla, annuncia. Che cosa annuncia? Conferma in positivo l’ indicazione che il Battista aveva dato. La novità del Vangelo di Luca è che lo Spirito si rivolge alla gente con un ‘ tu ’. Il Padre, nel suo mistero, conferma e precisa la risposta vera all’attesa della gente. La risposta vera è nel ‘ tu ’ che Dio usa nei confronti di Gesù. «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» 'Amato' e 'compiacimento' significano: tu sei veramente mio figlio, colui che traduce il volto di Dio, quel volto che noi non siamo capaci di vedere e che nessuno ha mai visto. Questo ‘tu’, che mi è presentato come il Cristo, è il rivelarsi di Dio e l’affermazione dell’umanità di Gesù come vero uomo, ma anche come figlio di Dio. Questa formula è il fondamento della Chiesa: noi crediamo che Gesù sia il Figlio nel quale Dio si rivela e si compiace. Nasce una domanda: perché Dio si rivolge a Gesù e non a tutto il popolo? È da scoprire e da capire con l’umiltà di accogliere questo fatto. Proprio Luca, all’inizio del suo Vangelo, dice che Gesù cresceva in sapienza e grazia. Anche Gesù vive una maturazione, non è pronto subito, ma cresce attraverso un travaglio e ora sta per iniziare la vita pubblica con la precisa coscienza di essere Figlio. Noi possiamo intuire qualcosa di questo fatto pensando ai momenti in cui Dio si è rivelato a noi, a quando abbiamo percepito (sia pure in maniera fragile), la verità di Dio e la nostra in Lui. Cogliere questo significa che io non devo parlare di Dio o volerlo conoscere dall’esterno, ma dall’interno. Solo vivendo la comunione con Lui potrò crescere e capire che anche io sono figlio. Per rendere più chiaro: se io voglio conoscere una persona non vado a sentire chi la conosce, ma soprattutto parlo con lei, le sto vicino. La nostra fede in Gesù matura e cresce nel contatto con Lui.
  • Il nostro Battesimo è tutto da riscoprire così come la preghiera, mezzo privilegiato per avere il contatto con Gesù , per la possibilità che ci offre di parlare con Lui e, attraverso Lui, con il Padre.
Anche nei rapporti tra di noi dobbiamo tenere presente che in Cristo siamo fratelli, che Dio opera in ciascuno in modi diversi, ma in modo vero. Aggiungerei che il nostro cammino non è fatto su un libro, ma è vissuto nella relazione con Gesù e tra di noi, non ciascuno per conto suo, ma insieme. È importante essere attenti al valore di questo. Vorrei infine ricordare che la nostra natura battesimale è oggettiva, è dono Dio e non tanto per nostra fedeltà. Io posso proclamare, ma posso anche tradire e non vivere da figlio. Da qui l’importanza della continua conversione che consiste nel restare fedeli come chiesa e singoli alla figliolanza. Vivere da figlio nel Figlio, e da fratelli.
Tu sei mio FIGLIO

La fede della Chiesa e di ogni cristiano riconosce in GESÙ il FIGLIO di DIO. Su quale base? Sulla base dei testimoni che lo hanno incontrato, visto e udito.
Ma alla base di ogni confessione umana riguardo alla figliolanza di Gesù sta la CONSAPEVOLEZZA che Gesù ha di sé: sta la sua AUTOCOSCIENZA.
L’evangelista Luca, nel presentare l’inizio della missione di Gesù, racconta che nel contesto del Battesimo, predicato da Giovanni, Dio si manifesta a Gesù e lo proclama suo Figlio prediletto ”. ( Lc. 2,52; 3,21-22)
La nostra fede partecipa alla coscienza che Gesù ha di sé come figlio e matura col progredire della nostra intimità con Lui. È Gesù che alimenta la nostra fede e da Lui impariamo la figliolanza.

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