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Tuck me in

Creato il 04 novembre 2014 da Fabio Buccolini

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Secondo voi, su una scala da 1 a 10, è possibile raggiungere, per una performance cinematografica, il massimo punteggio in termini di violenza fisica in poco meno di un minuto? La risposta sarebbe: ovviamente si, se il regista avesse a disposizione molti soldi da investire sui costumisti e gli effettisti speciali può circondarsi dei migliori nel loro campo, ma basterebbe anche solo prendere uno spezzone di una scena violenta a caso da film come Hostel o Irreversible ed ecco che il gioco è fatto.

Ma se ora vi chiedessi: sarebbe possibile, sempre in una performance cinematografica, raggiungere, in poco meno di un minuto, un tale livello di shock, inteso come violenza psicologica, da sbaragliare la quasi totalità dei film horror prodotti dal 1930 ad oggi?

Ignacio F. Rodò ci ha dimostrato che è possibile, partecipando al concorso Filmminute, e facendo fuori letteralmente tutta la concorrenza con questo cortometraggio eccezionale, della durata di poco inferiore a un minuto, TUCK ME IN, che italianizzato è un’espressione per dire RIMBOCCAMI LE COPERTE.

Prima di continuare a leggere la recensione vi invito a vederlo, linkandovi l’indirizzo qua sotto, mettete i sottotitoli in italiano se volete  https://www.youtube.com/watch?v=Bd6iqpufdMY

Un padre entra in camera del figlio, gli rimbocca le coperte, gli dà la buonanotte, e il figlio lo richiama, dicendogli: “Papà, ti sei scordato di guardare sotto al letto”. Il padre risponde: “Hai ragione, scusami”, ma quando guarda sotto al letto trova il suo bambino, spaventato, che gli dice: “Papà, c’è qualcuno sopra il mio letto”. Il padre, sgomento, alza gli occhi.

Allora, questo è un periodo dove escono una miriade di film horror all’anno, di cui la metà sono gli ennesimi film sulle possessioni demoniache, ennesimi cloni di un filone iniziato con “L’esorcista”, che non dovrei neanche nominare, sarebbe un insulto al cinema e a William Friendkin metterlo anche solo sullo stesso pianeta di tutta la MERDA (vogliate scusarmi XD) che esce in continuazione, con una media di 15 film all’anno, da Emily Rose, a Omen, a Sinister, a Liberaci dal male, sono tutti un insulto, lo schifo più totale, mettendo sempre in scena possessioni di uno o più demoni, come se il Male avesse pluralità e fosse limitato da un corpo o un’abitazione (il Male risente degli atomi XD), e il bello è che la gente continua a spendere i soldi per vederli, ma come fanno a farvi paura delle MERDE (riscusate il termine XD) così, assolutamente non credibili e ripetute per l’ennesima volta? L’unico film notevole ultimamente, che tratta l’argomento in maniera del tutto nuova,  è solo “Insidious”, che aggiunge una visione filosofica completamente diversa, ma è chiaro il motivo, il regista sa quello fa (un esempio è Saw), e lo sa fare al meglio (le riprese in tutti i suoi film, come la fotografia, sono da fuoriclasse).

Comunque signori, in un periodo nero (in senso negativo) per i film horror, ecco comparire questo cortometraggio, che ci fa tornare all’infanzia, a ciò che ci terrorizzava da piccoli, come gli orchi e le streghe, il mostro sotto il letto, sapendo che ciò che si prova da bambini tanto rimane per sempre in noi, sia i bei ricordi che le nostre paure, ma il regista fa di più, molto di più, reinterpretando il tutto, con un’originalità senza precedenti, mettendo una “bomba”, che stravolge completamente la situazione, e ci porta a comprendere ciò che davvero ci ha sempre fatto, e ci farà sempre, paura: ciò che non conosciamo, ciò che non siamo in grado di spiegare.

Qui è tutto suggerito, cosa c’è più ignoto di questo, non serve mostrare un demone con gli occhi neri o i piedi caprini per terrorizzare, l’effetto è esattamente opposto, tentativo inutile e goffo; lo spettatore è spiazzato davanti a ciò che gli viene fatto vedere: Che succede? Chi è che sta sopra il letto? Cosa accade dopo che il padre guarda?

Se proprio dobbiamo guardare il pelo nell’uovo, l’espressione del bambino sotto il letto l’avrei cambiata, gli avrei chiesto di fare un’espressione più terrorizzata, con il respiro affannoso e gli occhi sbarrati, ma è solo una mia personale opinione.

Per il resto, classe infinita

EDOARDO ROMANELLA



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