Magazine Cultura
L’INTERVISTA Potete sintetizzare chi sono i TUGS… punto di partenza, passioni musicali, evoluzione e situazione attuale? I Tugs sono un gruppo toscano nato nel 1978 dai banchi di scuola di un liceo livornese, che per sei/sette anni ha scritto ed eseguito musica propria, organizzato concerti e prodotto spettacoli musicali ed eventi culturali. Prima della trasformazione in Fibra, progetto che proseguì fino alla fine degli anni '80, il gruppo ha "spontaneamente" interpretato musica oggi definita "progressive" (allora il termine non era così utilizzato). Da subito ha collocato visivamente la propria musica in un contesto teatrale, culminato tra il 1983 e il 1985 nell'opera ‘ROCK IN DUE ATTI’, un'opera rock seguita per un periodo anche dalla Target di Angelo Carrara e replicata, tra l'altro, al Teatro Carcano di Milano. Gli anni Ottanta e la cultura musicale dominante il decennio, collidevano con la nostra idea di fare musica, così il gruppo e i suoi componenti hanno preso altre strade.
Come mai arrivate solo adesso al debutto discografico? Cosa vi ha frenato nel passato e cosa vi ha dato oggi la spinta necessaria? Non si esce vivi dagli anni ‘80 e Tugs, come credo moltissimi altri, hanno pagato pesantemente il decennio plastificato. Semplicemente non eravamo un prodotto commerciale appetibile. Oltre, ovviamente, ad una buona dose di inesperienza e ingenuità che ci tenevano ostinatamente fedeli alle nostre idee artistiche. Direi che siamo arrivati oltre tempo massimo, quando quel movimento veniva repentinamente superato dagli stessi protagonisti nazionali che lo avevano reso importante.
Quali sono i significati profondi di “Europa Minor”? Riscoprire i valori profondi della cultura europea, vero collante del nostro stare insieme, in contrasto e polemica aperta con la cultura dei mercati e dello Spread. Vogliamo raccontare come per anni l'Europa sia stata attraversata da milioni di emigranti, come fosse divisa da decine di frontiere, come si sia reciprocamente massacrata sui campi di battaglia, quanto sudore e sangue di milioni di persone sia stato versato per renderla quello che é oggi. Se, nonostante tutto questo, oggi abbiamo un'idea condivisa di Europa é grazie alla sua cultura, alla sua arte, alle sue opere letterarie, teatrali, musicali che compongono il nostro patrimonio comune. Questo vogliamo ricordare, con il disco ma, soprattutto, con il concerto/evento di cui rappresenta la colonna sonora. Una cultura non sbandierata sciovinisticamente contro le altre, ma una cultura "tra" le altre. Minor, appunto.
La musica prog che proponete sta ridestando l’interesse degli ascoltatori antichi, ed una conoscenza da parte di molti giovani, ma resta tuttavia genere di nicchia. Che cosa rappresenta per voi? Sostanzialmente la libertà di poter seguire il flusso dell’ispirazione senza doverlo incardinare nella forma-canzone o nel sound preconfezionato. Usare, in pratica, tutta la tavolozza dei colori, compositivi e sonori, utili a raccontare ciò che si vuole. Non ci siamo mai nascosti che spesso questa libertà può aiutare a nascondere dei "vuoti" ispirativi e/o compositivi. Da qui le numerose critiche che spesso colpiscono il genere, ma questo, probabilmente, é un altro discorso.
Dietro al fenomeno delle reunion ci sono motivazioni differenti, non ultimo il sentimento di amicizia che può legare gli ex componenti di una band: come funziona il vostro team dopo 25 anni di gap? É tutto molto strano. Alcuni di noi non si vedevano veramente da anni, e tutto é nato, banalmente, da una cena celebrativa. Abbiamo qualche capello bianco, quindi l'esperienza per valorizzare quello che ci unisce (amicizia profonda e valori di vita) e smussare differenze di approccio o piccole/grandi manie individuali. Spesso non occorrono parole per capire cosa l'altro pensa o vuole. A turno usiamo reciprocamente una amichevole indulgenza.
Dieci persone che interagiscono, in campo musicale costituiscono una piccola orchestra: è questa una scelta legata alla necessità di esprimere musica complessa rinunciando ad un po’ di tecnologia sostitutiva? Sognavamo violini, flauti e violoncelli da quando avevamo quindici anni, e questa era un'occasione troppo ghiotta per non realizzare quei sogni sonori. In più, alcuni di noi che avevano proseguito la carriera musicale, potevano contare su collaborazioni e amicizie che abbiamo riversato nel progetto. Il disco vede l'intervento di solisti di prim'ordine che suonano con alcuni di noi ormai da anni.
Impossibile immaginare la vostra proposta priva di liriche, ma… esiste soddisfazione nel provocare emozioni con la sola musica? Certo che sì, e te lo dice proprio chi scrive i testi del gruppo. Il potere evocativo della musica é immenso. Spesso le parole sono assolutamente superflue. Provate ad ascoltare la Terza sinfonia di Brahms e ditemi cosa manca...
Esiste un rammarico comune per un treno passato, mai afferrato per mancanza di coraggio? Alcuni di noi hanno interrotto la carriera musicale per motivi "esterni", perché la vita li ha portati per altri percorsi, mentre altri hanno tenuto duro, perseguendo quella strada. Quindi viviamo questa esperienza in maniera totalmente diversa, ma tutto nel massimo rispetto. Chi ha appena ricominciato a sognare, si fida e si affida a chi ha più esperienza. Questi ultimi cercano di facilitare la nuova "discesa in campo", magari con qualche consiglio e rassicurazione. Siamo una piccola famiglia, visto che Tugs ha intorno ancora moltissimi di quelli che collaboravano già con noi, agli esordi della nostra attività. Attori, tecnici, sostenitori di vario genere. Siamo una carovana di teatranti squinternati che alternano sala prove con lauti incontri conviviali.
La crisi che stiamo vivendo passerà, ma probabilmente ci cambierà profondamente. Che futuro intravedete per quello che genericamente potremo chiamare il “mondo musicale”? Non ne ho la più pallida idea ma credo che, come al solito, il nuovo verrà dalla base, dai ragazzi, dalla rete. Mixando, impastando suoni ed esperienze, vecchio e nuovo. Sono sempre molto curioso e la musica sin qui ascoltata non mi basta mai. Non mi importa di quali strumenti o note vengano usati. Quello che (almeno io) cerco é il messaggio comunicativo e la coerenza/onestà di chi lo propone. Mi va bene anche un'ocarina per fare musica. Una reunion ed un album di qualità. Che cosa vorreste vi accadesse nell’immediato futuro?Suonare da vivo. É la cosa che desideriamo più di ogni altra.
INFO http://it-it.facebook.com/pages/Tugs/141670019250720 www.todomodomusicall.org/index.php?page=europa-minor
Tugs:Voce e Chitarra: Pietro ContornoChitarra: Nicola MelaniTastiere: Marco SusiniBasso: Bruno RotoloBatteria: Fabio GiannitrapaniViolino: Francesco CarmignaniFlauto: Claudio FabianiChitarre, mandolino e mandola: Antonio GhezzaniVioloncello: Martina BenifeiPercussioni: Matteo Scarpettini Dal comunicato stampa… I Tugs sono una delle più importanti e amate band del ricco panorama rock livornese: nati nel 1978, hanno portato avanti la loro idea di teatro rock e di adesione ai principi del progressive anche durante i difficili anni '80; dopo una lunga pausa si sono riformati e finalmente sono arrivati all'album d'esordio Europa Minor.
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