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Tulpa – Perdizione mortale

Creato il 20 giugno 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

tulpa

 

Anno: 2012

Nazionalità: Italia

Durata: 90’

Genere: Thriller

Regia: Federico Zampaglione

Distribuzione: Bolero

Uscita: 20 giugno 2013

 

Dopo aver convinto col buon horror Shadow-L’ombra, il regista/cantante Federico Zampaglione torna dietro la macchina da presa con un nuovo prodotto di tensione, che stavolta guarda al thrilling anni ’70 che tanto da noi ha spopolato.

Poi, per stringere i riferimenti con tale cinema, Tulpa-Perdizione mortale è tratto da un soggetto di Dardano Sacchetti, nome di punta che ha militato non poco nel cinema di genere italiano (sua è la creatura de il Monnezza ed anche script di opere come Reazione a catena, Il gatto a nove code e il dittico Demoni), ed è la storia di Lisa (Claudia Gerini), una donna in carriera che svolge la sua vita ambigua tra riunioni di lavoro ed occasionali incontri notturni.

Infatti la nostra è cliente esclusiva di un club privè molto particolare, un luogo dove per andare alla ricerca dei propri sensi si va alla rincorsa del proprio Tulpa.

Ma la cosa prenderà una piaga ancor più macabra quando a cominciare a morire saranno proprio gli amanti notturni di Lisa; qualcuno la ossessione e vuole ben più di qualcosa di passionale da lei.

Chi sarà mai l’assassino?

Zampaglione è un vero amante del cinema di genere italiano, e lo si capisce dall’attenzione e l’amore che ci mette nel realizzare le scene cardine di Tulpa-Perdizione mortale, ovvero gli efferati omicidi.

Si respira aria ‘70/’80 in questo lungometraggio, grazie ad un gioco degli spazi e delle location che rendono Roma una città più internazionale del cinema medio nostrano; un gioco di immagini memore del lavoro di Dario Argento fatto in un capolavoro come Tenebre.

Poi la morbosità della storia e dello svolgimento portano più verso la strada dei vari gialli firmati Sergio Martino e Giuliano Carnimeo, completando per Tulpa-Perdizione mortale questa operazione di rimandi e citazioni cari al nostro thrilling di una volta.

Certo, verso la fine c’è una certa caduta di stile, con un epilogo che ne esalta troppo i difetti recitativi e che arriva molto frettolosamente, come a voler chiudere immediatamente, ma ciò non toglie che l’opera in questione sia un perfetto esercizio di stile riuscito in tutto e per tutto.

In questo lungometraggio Zampaglione ha potuto contare anche sulla presenza di nomi forti del nostro paese, come la sua compagna Gerini, la vincitrice del David di Donatello (per Romanzo di una strage) Michela Cescon e l’onnipresente Michele Placido, che ha creduto nel progetto ed ha partecipato con le migliori intenzioni, interpretando il ruolo del principale di Lisa. Ruolo di contorno anche per il rodato, in genere horror, Nuot Arquint, già col regista di Tulpa-Perdizione mortale in Shadow-L’ombra.

Che se ne dica male o no, una cosa è certa; Zampaglione sa girare e questo lungometraggio è l’ennesima conferma di questo suo talento cinematografico.

 

Mirko Lomuscio

 


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