Tumore del sangue - Getty
Guest post a cura del Comitato Scientifico del blog tumoridelsangue.it
Il progressivo aumento della popolazione e l’allungamento della vita media registrato nei Paesi occidentali hanno portato a un costante incremento dei nuovi casi di tumore. Tra questi, le patologie oncoematologiche nel loro complesso rivestono un ruolo di primo piano e rappresentano il 10% di tutti i tumori. Ogni anno in Italia si fanno circa 40.000 nuove diagnosi di tumori del sangue, come leucemie o linfomi (di cui oltre 10.000 solo per i linfomi non-Hodgkin, che costituiscono il tumore del sangue più diffuso).
Si tratta di patologie assai eterogenee per presentazione clinica, caratteristiche biologiche, approcci diagnostici, prospettive prognostiche, complessità e articolazione delle strategie terapeutiche. Numerose forme sono particolarmente frequenti nell’età pediatrica e tra i giovani adulti. Nella fascia di età 0-45 anni, le leucemie sono la quinta causa di morte in ambo i sessi, e i linfomi la sesta.
La buona notizia, però, è che le possibilità di controllo a medio-lungo termine delle neoplasie ematologiche stanno crescendo rapidamente: grazie alla ricerca e alle nuove terapie disponibili, rispetto a 15 anni fa l’aspettativa di vita è quadruplicata. A differenza dei tumori solidi, quelli a carico del sangue registrano prospettive di guarigione in percentuali spesso molto elevate di pazienti: si raggiunge il 60% nei linfomi non Hodgkin aggressivi (a tutte le età), ad esempio, mentre si può arrivare anche all’80% nelle leucemie linfoblastiche in età pediatrica, nelle leucemie acute promielocitiche e nel linfoma di Hodgkin.
La leucemia mieloide cronica è uno degli esempi più significativi, in tal senso. Fino a pochi anni fa si poteva curare solo con il trapianto di cellule staminali ma ora, grazie all’avvento delle terapie mirate, presenta altissime percentuali di sopravvivenza. Ciò fa pensare a un futuro in cui sarà possibile interrompere la cura senza recidive della malattia.
I nuovi farmaci biologici, cosiddetti “intelligenti” perché utilizzati per colpire esclusivamente le cellule malate, hanno rivoluzionato il trattamento di queste patologie. Attualmente in commercio nel mondo ve ne sono circa 150, mentre altri 400 sono in fase di sviluppo clinico.
Solitamente questi farmaci vengono somministrati in associazione a chemioterapici tradizionali, che però sono potenzialmente tossici per l’organismo e possono avere pesanti effetti collaterali. Un ruolo sicuramente importante verrà giocato in futuro da quelle terapie che, a parità di efficacia, risultino ben tollerate e possano perciò essere utilizzate senza complicanze, anche in soggetti di età avanzata e con comorbilità. Considerazione non da poco, sia perché i tumori del sangue colpiscono spesso pazienti anziani, sia perché nel nostro Paese gli over 65 sono oggi pari al 21% della popolazione e sono destinati a crescere, nei prossimi anni.
Anche su questo fronte, tuttavia, esistono nuove possibilità, che consentono di offrire ai soggetti in età geriatrica terapie sempre più personalizzate, in grado di coniugare l’efficacia a un buon profilo di sicurezza.
Per maggiori informazioni sulle neoplasie oncoematologiche, potete consultare il blog www.tumoridelsangue.it