Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e' una cosa usuale, eppure e' successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. Si tratta di Chokri Belaid, leader di uno dei partiti di opposizione della nuova Tunisia democratica. La Tunisia piange oggi non solo per Chokri Belaid, ma per un paese che si trova oggi minacciato quanto mai da una violenza mirata, qualche mese fa verso ambasciata, poi altri uomini politici, infine oggi un omicidio che vuole mettere a tacere un uomo, che la stera prima, su Nessma TV, lanciava un attacco al prinicipale partito al governo di non agire sulla violenza politica.
Oggi si e' scatenata la piazza, come non vedevamo da tempo, ma si teme una escalation di violenza.
Stasera in un intervento televisivo, il primo ministro ha annunciato un governo tecnico e elezioni anticipate. Richiama alla calma promettendo di concentrarsi sui veri problemi della Tunisia, la lotta alla discoccupazione, al carovita. Sulla rete c'e' che parla di un deja vu, di un intervento troppo tardivo, come quello di Ben Ali che il 13 dicembre cerco' di salvare l'insalvabile.
Quello che e' chiaro e' che siamo ad un punto di svolta, in quale direzione non si sa.