Tunisia: la vittoria di Ennahdha potrebbe essere da esempio per altri Paesi?

Creato il 26 ottobre 2011 da Yellowflate @yellowflate

La Tunisia cambia pagina. Le prime elezioni libere sono state gestite in modo magistralmente democratico, e, dopo la “primavera araba” è questo il primo Paese a intraprendere il cammino verso la democrazia. L’esito delle urne ormai è chiaro, a iniziare il cambiamento è un partito non laico, ma confessionale e questo non è un mistero per chi, appassionato di politica internazionale ha osservato le varie formazioni politiche tunisine. Ennahdha è di chiara ispirazione islamica. Su Ansamed leggiamo che il partito ” ha condotto la campagna elettorale facendo leva soprattutto sulla rabbia della gente, dopo anni di rapace regime dittatoriale. Un punto di partenza che si ritrova anche in Egitto e in Libia, dove la gente è scesa in piazza per combattere un sistema di potere incentrato su una oligarchia familistica, un connotato comunque che induce a pensare che quanto accaduto in Tunisia, nelle elezioni per la Costituente, possa essere seguito e imitato anche nei Paesi in cui, per decenni, le sorti di un popolo erano in mano a clan familiari.” Certo però le situazioni sono diverse, Paese per Paese. In Egitto per esempio i Fratelli Musulmani ci sono e sono ancora attivi, in Libia gli integralisti sono pochi ma ancora presenti, ed ora, con la morte di Gheddafi potrebbero “risollevarsi” Il partito di Rached Ghannouchi potrebbe però diventare un valido esempio anche per Libia ed Egitto,  in Ennahdha “l’Islam si presenta moderato, aperto alle istanze di tutti, modulato sul rispetto delle libertà di tutti. La Tunisia, comunque, può essere un modello se Libia ed Egitto usciranno da alcune ‘sabbie mobili’ che sono, ad esempio, la presenza di minoranze religiose (ma anche economiche) che si sentono vessate e che vogliono ribellarsi e la parcellizzazione della società in strutture parallele allo Stato (le famiglie e le tribù) e che hanno sempre cercato di non farsi sottomettere.” (Ansamed) L’Islam moderato potrebbe essere una interessante via di uscita e potrebbe persino rassicurare l’Europa che con grande apprensione osserva la situazione politica del Nordafrica.


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