Direttore Giampaolo Bisanti - foto di Priamo Tolu
E’ stata una Turandot di Pietra quella di ieri sera andata in scena al Teatro lirico di Cagliari con la regia di Pier Fancesco Maestrini e la Direzione di Giampaolo Bisanti . Bisanti è tornato a Cagliari a dirigere l’Opera lirica dopo il successo dell’Otello del maggio 2013. Un direttore giovane ma già annoverato fra i migliori direttori emergenti del panorama lirico internazionale. Poco prima di tornare nel nostro capoluogo, ha diretto con successo la Madama Butterfly alla Fenice di Venezia.
Le Pietre di Pinuccio Sciola sono state le vere protagoniste dell’opera pucciniana che rendevano bene insieme alle luci glaciali di Simon Corder, e ai costumi di Marco Nateri, sottolineando una principessa insensibile e crudele, di un ghiaccio che si scioglie solo quando conoscerà il calore dell’amore.
Alla fine di uno spettacolo, soprattutto di una prima, mi piace sempre sentire i pareri del pubblico ( amici, parenti e sconosciuti) per capire cosa è stato maggiormente apprezzato. Tralascio qualunque mio punto di vista specifico riguardo i cantanti che a mio avviso sono stati tutti all’altezza della situazione, (il cagliaritano Francesco Medda ha sostituito Roberto Aronica assente per indisposizione).
foto di Priamo Tolu
Se ci sono stati pareri contrastanti riguardo la scenografia (soprattutto da parte dei tradizionalisti che si aspettavano la Cina dei draghi), non ci sono stati dubbi invece sulla maestosità e la ricercatezza dei costumi. Geniale l’idea delle maschere delle ancelle di Turandot che rendevano i visi tutti uguali ed inespressivi, sempre per sottolineare la freddezza della principessa , associate a singolari copricapi (tutto in banco e rosso). L’abito della principessa Turandot durante la scena degli enigmi, si spoglia di volta in volta di un soprabito, cambiando colore : nero, rosso,verde e bianco. Un suggestivo effetto scenico associato alla risoluzione enigmi. Bellissimi gli abiti dei Saggi resi maestosi dalle altissime calzature e dai grandi ventagli ; i corpi dei mimi, bravissimi servi del boia, erano dipinti come delle carte cinesi. Il vecchio padre di Turandot, Altoum, seduto su un trono la cui forma riprendeva le caratteristiche pietre sonore di Pinuccio Sciola, si ergeva al centro della scena con uno spettacolare abito e lunghissime unghie azzurre.
Un plauso alla sartoria del nostro teatro che ha realizzando in maniera magistrale ciò che il costumista Marco Nateri ha ideato.
Gli interpreti di ieri erano: Turandot Maria Billeri; Altoum Davide D’Elia; Timur Carlo Cigni ; Calaf Francesco Medda; Liù Maria Katzarava; Ping Gezim Myshketa; Pong Massimiliano Chiarolla; Pang Gregory Bonfatti; Un Mandarino George Andguladze ; Il Principe di Persia Mauro Secci; Prima ancella Graziella Ortu ; Seconda ancella Luana Spinola. Maestro del coro Marco Faelli; maestro del coro voci bianche Enrico di Maira.
Durante la prova generale, poco prima di entrare in scena, ho voluto immortalare il dietro le quinte di questa originale Turandot. La qualità delle immagini non è alta per via delle poche luci, ma credo basti a far capire le emozioni che si provano poco prima dello spettacolo sia da parte degli artisti che di tutti i tecnici che lavorano intensamente fuori dalla vista del pubblico.
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