Magazine I nostri amici animali
Siamo entrati nella casistica degli sfigati...così ci definiva il veterinario un anno fa per l'appunto.
Questa malattia è come l'ernia alla colonna vertebrale che abbiamo noi uomini ma noi la curiamo con del cortisone e non la operiamo quasi mai perchè si è visto che con l'approccio farmacologico la cosa si risolve.
Per i cani è diverso, si paralizzano e se non operati entro breve avranno per sempre perso l'uso delle gambe, quelle posteriori ma rari casi (la seconda ernia di Turbo) anche l'uso dei quattro arti.
Solo ripensando a tutto il calvario del mio cagnolino ma di tutta la mia famiglia mi vengono i brividi ancora oggi.
A Tiziano (papà di Turbo) vengono alla mente maggiormente i soldi spesi per ogni operazione....
Vi racconterò tutto anche del prezioso aiuto che Mattia mio figlio di 3 anni allora mi dava mentre cateterizzavo (infilavo un tubicino nel pene per farlo urinare)il suo amico a quattro zampe!
Questa come vi ho preannunciato è una storia a lieto fine...Turbo ha un'andatura non proprio lineare ma vive bene la sua vita...corre un po' meno ma ci vuole bene e noi a lui!
Vediamo ora in termini medici di cosa si tratta:
La colonna vertebrale è formata da vertebre e tra queste i dischi intervertebrali che sono dei cilindretti elastici formati da un nucleo polposo centrale e un anello fibroso esterno e hanno un ruolo basilare nel far sì che la colonna si possa flettere. La colonna vertebrale accoglie e protegge il midollo spinale.
Per ernia del disco si intende la fuoriuscita di materiale del nucleo polposo attraverso l'anello fibroso che va a comprimere il midollo spinale.
L’ernia del disco è una patologia del disco intervertebrale che appartiene alla categoria delle malattie degenerative e consiste nello spostamento di materiale discale dalla posizione fisiologica tra due corpi vertebrali verso il canale dove alloggia il midollo spinale.
Le ernie del disco vengono classificate in due gruppi:
Le protrusioni hanno un’incidenza diffusa in tutte le razze con predisposizione solo per animali adulti/anziani di media o grossa taglia e con anamnesi di discreta attività fisica, sono malattie ad evoluzione cronica e spesso colpiscono più dischi di una colonna;
le estrusioni colpiscono prevalentemente cani condrodistrofici, es. Bassotti, Bulldog, Carlino, Pechinese, tutti giovani adulti dai 2 ai 7 anni ed hanno esordio acuto.
Turbo è un meticcio e tra i suoi avi di sicuro c'era un bassotto e nel 2008 aveva 6 anni.
Circa il 2% della popolazione canina risulta affetta da questa patologia e le razze condrodistrofiche (bassotti, pechinesi, barboncini, lhasaapso ecc.) hanno mostrato una netta predisposizione.
Dal punto di vista clinico i sintomi sono più o meno gravi e dipendono dalla sede della lesione e dalla sua gravità che a sua volta è funzione di quanto il disco si è spostato e dalla forza dello spostamento. Gli animali colpiti possono presentare : dolore, tipico delle estrusioni, ed in conseguenza di questo gli atteggiamenti antalgici come testa bassa, cifosi e riluttanza al movimento; alterazioni della deambulazione con atassia, paresi fino alla paralisi; difficoltà alla minzione per paralisi della vescica ed alterazione della defecazione per ano beante.
La diagnosi viene effettuata attraverso una prima visita clinica ed un esame clinico neurologico; gli esami del sangue consentono di escludere malattie neurologiche di tipo metabolico. Stabilito che si tratta di un problema neurologico imputabile ad un danno midollare sono necessari esami radiografici per la localizzazione precisa della lesione: le radiografie senza mezzo di contrasto consentono di verificare che non ci siano lesioni alle vertebre mentre il midollo verrà esaminato eseguendo delle radiografie con il cane in anestesia generale e con mezzo di contrasto che viene inoculato nel canale vertebrale (mielografia) mentre esami più specifici dei singoli segmenti midollari possono essere effettuati con risonanza magnetica o TAC.
Ricordo il costo di 800 euro solo per fare la risonanza e ricordo bene il pianto nel vedere il mio cagnolino steso lateralmente, incosciente, intubato dopo la risonanza pronto per operarlo.
La terapia può essere conservativa o chirurgica secondo il caso.
Nelle forme in cui è indicata la terapia conservativa è necessario il riposo assoluto del cane che non deve assolutamente mettere sotto stress la colonna e questo vuole dire evitare scale o singoli gradini, evitare che salti su letti o divani, evitare che si metta sulle due zampe posteriori per salutarci e l’unico modo per ottenerlo è, ahimè, confinare il nostro cane in un trasportino o gabbia facendolo uscire solo per fare i bisogni e questo per un periodo di tre settimane affinché cicatrizzi il punto di rottura attraverso cui si è spostato il disco.
Nei casi in cui è d’obbligo la chirurgia questa sarà eseguita per asportare il materiale discale e rimuovere la compressione.
Per la prognosi di queste malattie è fondamentale la tempestività del riconoscimento del problema soprattutto nelle forme croniche e portare dal veterinario il cane non appena notiamo qualcosa di anormale.
Ricorso che un dolore improvviso al collo o alla schiena, specialmente se accompagnato a debolezza degli arti e riluttanza a muoversi, è da considerarsi un'emergenza. Spesso questi sintomi sono accompagnati o preceduti da dolori addominali più o meno marcati. In questa fase è sconsigliato somministrare analgesici o antinfiammatori che, alleviando il dolore, facilitano i movimenti della colonna e con essi la fuoriuscita ulteriore del materiale discale.
Tenete il vostro cane più fermo possibile.
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