di Silvia Padrini
Un drone israeliano pronto al decollo
Il secondo round è finito. E il risultato è un bel pareggio, da cui entrambi i partecipanti escono con il sorriso e la promessa di ottimi affari in vista. Il terzo invece –lo spettatore- guadagna solo preoccupazioni.
Israele e la Cipro greca iniziano una nuova fase della loro relazione che si prospetta di stretta collaborazione su piani strategici come quelli dell’energia e della difesa militare. La nuova amicizia tra i due è sancita dalla visita di Netanyahu a Nicosia – la prima in assoluto di un capo di governo israeliano sull’isola – programmata per il 16 febbraio per discutere “solo di gas”, a sentire il premier dello stato ebraico. Non è difficile intuire, tuttavia, che l’incontro avesse lo scopo di stringere relazioni su ben più fronti.
È necessario tornare un momento indietro per capire i presupposti dell’accordo bilaterale che ne è risultato e, più precisamente, indietro di un giorno. La cooperazione tra i due è stata resa possibile, infatti, grazie ad un primo, importante round. Il 15 febbraio il governo greco-cipriota ha dato il via alla seconda tornata di permessi di esplorazione per la ricerca di risorse minerarie nella costa. Il provvedimento riguarda gran parte della costa meridionale dell’isola e, tra i “settori” dedicati all’esplorazione, ve ne sono alcuni che comprendono zone di competenza territoriale turca.
La futura alleanza che si prospetta con l’incontro tra Netanyahu e Christofias rappresenta un’ulteriore grana per il governo di Erdogan. A guardar bene, gli ultimi avvenimenti si inseriscono perfettamente nello stato attuale delle relazioni nell’area. Sia la Cipro greca che Israele hanno mosso passi decisi di allontanamento dalla Turchia. Il coronamento era l’alleanza. Il mare delle questioni che vi ruotano attorno è torbido e certamente il capitolo energetico richiederebbe da sé molte analisi: le ipotesi di cooperazione contemplano anche la possibilità di un gasdotto che serva Israele e Cipro del sud aggirando gli “scogli” politici come la Turchia.
Come già sottolineato, il discorso non si conclude qui. Già prima dell’incontro i commentatori parlavano di una possibile richiesta da parte di Israele di utilizzare la base militare cipriota di Paphos per i cacciabombardieri del proprio esercito, presumibilmente puntati verso Teheran.