Turchia-Israele, le contromosse di Lieberman

Apprendo dalla stampa israeliana delle contromosse apparentemente escogitate dal ministro degli esteri Lieberman per contrastare l’offensiva diplomatica turca: viaggi in Turchia sconsigliati agli ex membri delle forze armate israeliane (cioè, buona parte degli israeliani), cooperazione in funzione anti-turca con la lobby armena al Congresso Usa (non sono sicuro che arriveranno fino a riconoscere il genocidio armeno: cosa che contrasterebbe con la tesi dell’unicità dell’Olocausto), sostegno al Pkk (anche militare? sarebbe una misura di una gravità inaudita), denunce a tutto spiano delle “violazioni dei diritti umani da parte della Turchia” (cioè, un’offensiva propagandistica anti-turca). In queste misure, se sono state realmente discusse e se verranno poi applicate, c’è pochissimo di diplomatico: ma Lieberman si è già ripetutamente dimostrato del tutto inadeguato al ruolo ed è uno dei diretti responsabili – insieme a Netanyahu, che lo sfrutta come spauracchio o ne è comunque complice – dell’isolamento quasi assoluto di Israele. Ma non sarebbe stato preferibile per Israele – anche semplicemente come mossa propagandistica – chiedere scusa e mostrare il proprio lato umano?

AGGIORNAMENTO: subito dopo aver scritto il post è arrivata la presa di distanza da parte di Netanyahu, i cui collaboratori hanno diffuso un comunicato nel quale sostengono che la raccomandazione del premier è quella di evitare ulteriori escalation.