Sono passati meno di venti giorni da quando un gruppo di ambientalisti ha preso possesso di una parte di Gezi Park allo scopo di fermare dei lavori di cementificazione e per far rispettare una ordinanza della Suprema Corte che chiedeva la sospensione dei lavori. Una manifestazione pacifica e che aveva delle buone ragioni. Ma improvvisamente, con una tempestivita quasi sospetta, le fila dei pacifici (seppur non autorizzati) manifestanti si sono ingrossate di moltissimi simpatizzanti a cui stava a cuore piu l'agitazione popolare che i famosi 600 alberi. In un attimo il bersaglio e' diventato il Primo Ministro RTE accusato di tutto e di piu'.
La violenza seguita all'ultimatum di sgombrare la zona sarebbe condannabile se qualcuno mi spiegasse come si fa a liberare una piazza illegalmente occupata per giorni da centinaia (migliaia) di persone che non vuole sapere di andarsene. Voi criticate ma se aveste il dovere di fare rispettare ordine e legalita' come vi comportereste? Come ci si comporta ovunque da New York (occupywallstreet) a Francoforte o a Genova. L'uso di idranti o gas lacrimogeni serve per limitare al massimo il contatto fisico tra le parti in causa. Ci possono essere eccessi e fare vittime? E' successo e succedera'. Ma il mio intervento non vuole giustificare ne' accusare. Un altro e' il punto di cui voglio parlare: di come la disinformazione sia il vulnus dell'informazione globale!
Vivo da 4 anni in Turchia e ne apprezzo la intelligente politica economica volta allo sviluppo tanto quanto quella estera per cui si pone con autorevolezza come ago della bilancia tra mondo Islamico e Occidente. Il benessere crescente in un Paese che 20 anni fa era in crisi profonda e' palpabile. Disoccupazione in costante diminuzione, PIL in aumento e riduzione delle sacche di poverta esistenti. La liberta' personale (che molti confondono con anarchia) e' migliore di molti altri Stati anche occidentali: RTE ha messo in riga con maniere robuste l'esercito che in un recente passato aveva detenuto il potere. Il risultato: l'AKParty di cui Erdoğan e' il principale esponente vince democraticamente le elezioni da 10 anni!
La vicenda di Istanbul l'ho vissuta di riflesso e marginalmente e sapete perche'? Vivo a 750 km da Gezi park e dagli scontri. In una area dove per chilometri si parla (se se ne parla) dei fatti accaduti come di qualcosa che appartiene ad un altro pianeta. Nevsehir, la cittadina di 100.000 abitanti qui vicino conta una universita' nuova e moderna di dimensioni sproporzionate: nessuna manifestazione, nessun corteo. Kayseri a 50 km e' la settima citta' turca con 1 milione giusto di abitanti. Vado regolarmente ogni sabato a fare shopping: nessuna traccia di violenza o manifestazioni a parte un giorno in cui un corteo di 50/60 persone hanno sfilato pacificamente e la Polizia pur controllando la situazione non e' intervenuta. Centri commerciali aperti e gente tranquilla a bere caffe allo Starbuck o mangiare gelato al MADO. E questo ad eccezione di Ankara e' quello che avviene in tutta la Anatolia Occidentale che frequento.
Ora leggo sui giornali italiani o sento dai commentatori che Tutta la Turchia si rivolta e vuole cacciare il dittatore Erdoğan .. Beh vi dico le proteste ci sono state in alcune citta' ma sono durate ore e non giorni e questo a detta dei tamtam degli stessi sostenitori sui social network.
Nella regione dove vivo, NULLA! Chi voleva che la Turchia diventasse un focolaio di guerriglia stile Siria o peggio vi regnasse l'anarchia come nella "liberata" nord Africa non ha fatto i conti con la maggioranza intelligente. Chi invece non ama questo governo puo ' sempre farlo cadere alle prossime elezioni nel 2014!
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