Turismo religioso

Creato il 25 gennaio 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

“Tg2 Costume e società” la rubrica di approfondimento del telegiornale di Rai2 si occupa di turismo religioso. Da Padre Pio a Fatima, da Lourdes a Loreto  fino a Medjugorje,  tantissimi  i pellegrini che visitano ogni anno i luoghi sacri.

Un mercato che muove piu’ di 300 milioni di persone l’anno, con un giro di affari di oltre 18 miliardi di dollari, di cui 4,5 generati solo dall’Italia. E’ il turismo religioso, settore in espansione e che, negli ultimi due anni ha fatto registrare nel nostro Paese un vero e proprio record.
Un giro di affari che non conosce crisi. Un business che non si accontenta più dei piedi e del vecchio bastone, all’inizio fu il Cammino di Santiago de Compostela in Galizia, il lungo percorso che i pellegrini fin dal Mediovevo intraprendevano attraverso la Francia e la Spagna per giungere al santuario  presso cui si trova la tomba di San Giacomo. Oggi i pellegrini moderni vogliono viaggi organizzati,  aereo e  strutture alberghiere. Si muovono per fede, per curiosità o per cercare qualcosa di spirituale.  Ogni anno viaggiano alla scoperta dei tanti santuari, monasteri ed eremi disseminati nel nostro paese.  Si tratta di circa 100 mila chiese e oltre mille e settecento santuari dove il contorno  è fatto di santini e souvenirs. La promozione e il recupero degli itinerari religiosi costituiscano oggi una qualificante opportunità di valorizzazione del territorio in termini culturali e turistici. Pensiamo al caso italiano di San Giovanni Rotondo dove si trova il santuario di Padre Pio di Pietrelcina, o al santuario della Madonna di Loreto, per non dire dei turisti attratti tutto l’anno dai luoghi di San Francesco e Santa Chiara in Umbria.

Va detto che storicamente i pellegrinaggi rappresentano uno degli esempi più semplici e antichi di turismo. C’è chi giura che i questi luoghi si respiri un’atmosfera speciale e forse è vero, ma il sospetto che la fede venga strumentalizzata è d’obbligo, e forse il vero miracolo sta proprio nell’economia florida e in costante crescita. Straordinari edifici di culto che si sono trasformati in tempi del capitalismo, dalla semplicità legata alle motivazioni  più disparate e strettamente collegate con la condizione soggettiva: ricerca di emozioni forti, sensazione di appartenenza ideologica, desiderio di stare insieme, intenzione di incontrare un leader religioso carismatico ad uno spostamento di massa legato al fattore  moda che non sempre è conciliabile con un sentimento di vera fede.

Il tema del turismo religioso nasce da eventi spirituali ma, come sempre accade quando si spostano numeri importanti di persone, ha inevitabilmente generato grandi indotti legati ad attività economiche che altrimenti non esisterebbero. Si pensi solo a Lourdes che vanta una delle stazioni ferroviarie con più passaggi in Europa o al boom di visitatori che sta facendo di Medjugore una destinazione nota nel mondo. Un turismo della Fede, che vede coinvolte località con una determinata tradizione o caratterizzazione storico-religiosa spesso abbinata alla dotazione architettonica e paesaggistica che alimenta una filiera che va dai trasporti alle ricettività, dai souvenir alla ristorazione e così via.

Al di là delle motivazioni intrinseche connesse alle esigenze di culto, è ragionevole pensare che la ricerca di esperienze più spirituali, connesse alla rigenerazione dello spirito, sia uno dei ritrovati must, in una società che per molti versi e secondo diverse traiettorie è alla ricerca di senso e di certezze.


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