Turismo svizzero e razzismo: come buttare i soldi...

Da Robven
Gran brutto mestiere, quello del comunicatore turistico...
Nonostante l'eccellente lavoro di comunicazione e social dell'ufficio del turismo svizzero, una bella tegola mediatica rischia di mandare in vacca buona parte del lavoro fatto in Italia e di far buttare nel cestino sforzi e investimento.
La storiella è quella tipica della Svizzera di un po' di anni fa, il razzismo anti italiano. 
Se ora nei centri urbani sembra sparito, evidentemente fa fatica (come le nevi) a sciogliersi alle alte quote - e così un gruppo di studenti minorenni italiani si è visto negare l'accesso ad un rifugio svizzero - proprio per la loro etnia sgradita.
Si veda questo articolo del Secolo XIX ma, ovviamente, anche altre decine o centinaia (stanno spuntando come i funghi) di riprese e condivisioni online.
Ora, pur amando molto la montagna e l'eccellente lavoro dei comunicatori elvetici, è ovvio che una notizia come questa di botto mi fa decidere di non andare a spendere i miei soldi nella Confederazione, ma in altre mete più "friendly". 
Mi stavano simpaticissimi Sebi e Paul che parlavano di me su FB... ma avendo famiglia poi mi viene paura che i miei figli non incontrino nella realtà questi due simpaticoni tecnologicamente avanzati e si debbano invece confrontare con esperienze umilianti - erogate da uno svizzero molto meno simpatico e molto più paleolitico - che parli di loro, dal vivo, in termini molto meno lusinghieri.
Come spesso dico, la comunicazione non può mettere un tappo sulle mancanze di prodotto (per onestà professionale, anche noi, in Italia, sul turismo di magagne ne abbiamo - eccome...)
E quindi la più brillante operazione di marketing si affloscia dinnanzi alla stupidata (o alla carognata) di un oscuro cittadino, le cui gesta però possono portare danni a livello ben più vasto della sua piccola valle.
Di fronte ad una aperta, accogliente e smart Obermutten che visiterei volentieri, tutto un sistema rischia di prendere un bel soprassalto per colpa di un'oscuro rifugio di montagna (per la cronaca, il  “Fourcla Surlej”)  dal gestore tignoso... (che ovviamente, di fronte al clamore mediatico generato e alle reazioni anche a livello diplomatico fra le nostre due nazioni, si è affrettato a cercare di metterci goffamente una pezza...)
Il dramma dei comunicatori turistici.. dove non solo c'è l'agenzia e il committente... ma i cani sciolti che formano il sistema turistico e che sono in grado di combinare di quei casini ... che poi - grazie a Google - resteranno scolpiti nei bit per sempre o giù di lì...[Branding & Marketing Blog / Venturini]

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