Oggi è il mio giorno libero. Hurrah! So cosa voglio fare e lo voglio fare oggi che la mia dolce metà invece lavora. Che quando ieri gli ho detto che volevo vedere una mostra di uova il cui biglietto d'entrata costava £17.50 e che se gli interessava ci saremmo andati insieme ha risposto lapidario: 'WHAT??? £17.50 for some EGGS??? Thank you, but no, thank you...'
Comunque.La mostra è Royal Fabergé, a Buckingham Palace e le uova in questione (e altre delizie in materiali preziosi) sono quelle di Peter Carl Fabergé, il gioielliere di corte degli zar di tutte le Russie. Che non capita tutti i giorni di vedere un centinaio di queste piccole meraviglie raccolte nella stessa stanza. E una volta preparatami psicologicamente all’acquisto del biglietto (un vero e proprio shock per noi che lavoriamo nei musei statali non dobbiamo pagarlo quasi da nessuna parte l'ingresso alle mostre!) sono pronta.
Tranne che quando arrivo a Buckingham Palace mi trova davati ad una fila chilometrica (ma non c'era la crisi?) e stanno vendendo i biglietti per le 13.30.
Guardo l'orologio: le 10.15. Thank you, but no, thank you.
E giro i tacchi (o meglio le suole delle Adidas) e abbandono la scena. Che avevo completamente dimenticato che alle State Rooms, insieme alle uova di Fabergé c'è pure in mostra fino ad Ottobre l'abito da sposa di Kate Middleton, ora Duchessa di Cambridge. Il che spiega le tre ore di attesa (e la follia della gente, turisti e no).
Buckingham Palace, Londra 2011©Nebbiadilondra
Così visto che ero nei paraggi, decido di andare alla National Gallery (cosa farei senza la National Gallery??) che da un po' è iniziata Devotion by Design: Italian Altarpieces before 1500, una mostra con aspirazioni didattiche sulla funzione della pala d’altare, la sua posizione nella geografia della chiesa e la sua evoluzione da politico in pala tra il tardo Medioevo e il Rinascimento. Mostra senza infamia e senza lode devo dire, ma che comunque è abbastanza interessante nel suo genere.E visto che c'ero, ne ho approfittato per fare un salutino a il mio nuovo favorito...
Portrait of a Young Man in a Red Cap (Carlo Neroni)
1529
Dopodichè, gelato alla mano, mi sono avventurata pigramente in Hyde Park. Da lì a Kensington Gardens il passo è breve. E visto che c’ero (e dopo anni che non ci mettevo piede, che l'arte contemporanea non e il mio punto forte) sono entrata alla Serpentine Gallery che al momento ospita un’installazione di Michelangelo Pistoletto. Installazione devo dire veramente interessante. E lo dico io che ho da sempre severi pregiudizi contro l'arte contemporanea. La mostra gioca con la tua percezione dello spazio, ti avvolge, ti cattura (nel vero senso della parola visto che il giubbotto di jeans che portavo in cintura continuava ad impigliarsi nel cartone...) e ti fa quasi sentire un tutt’uno con l’opera. E all'interno di questo labirinto di cartone si aprono a sorpresa piccole alcove dotate ciascuna di uno specchio ed un diverso oggetto di culto, a simbolizzare a le diverse religioni. Ma sono stati gli specchi ad intrigarmi. Perchè lo specchio non restituisce mai l’immagine così com’è, ma la trasforma. E qui l’osservatore è precipitato in un mondo diverso, dove la realtà ha tante facce tutte ugualmente vere. Come diceva Pirandello.
Michelangelo Pistoletto
Installation view, Serpentine Gallery, London
© 2011 Sebastiano Pellion
O almeno questo è quello che ho pensato mentre mi aggiravo euforica tra quei giganteschi ghirigori cartacei. Prima di ricordarmi che dovevo correre al supermercato prima che chiudesse. Che la realtà è fatta anche di pragmatismo ed io dovevo fare la spesa altrimenti stasera niente cena. Uh!