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Turner

Creato il 31 gennaio 2016 da Eva Gatti @avadesordre

Turner Mr.Turner
Gran Bretagna 2014
con Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson
regia di Mike Leigh

Amo molto il cinema di Mike Leigh, quel suo raccontare una storia attraverso episodi minimi, l'apparente parlare di nulla, però non sono stata particolarmente colpita dal biopic dedicato al pittore inglese Joseph Mallord William Turner: l'eccessiva lunghezza non giova al cinema minimale di Leigh.
La pellicola è perfetta dal punto di vista dei costumi e soprattutto della magnifica fotografia che riesce a restituire la luce calda e corposa tanto amata dal pittore che spirò dicendo Dio è luce.
Anche la scelta di raccontare gli ultimi venticinque anni della vita dell'artista è interessante: per quel che concerne la vita di Turner l'unica scossa emotiva è la morte del padre a cui il pittore era legatissimo, da un punto di vista più generale è interessante vedere una volta tanto, non gli sforzi per emergere ma la vita di un pittore affermato coinvolto nella vita culturale del suo tempo: gli sberleffi a Constable, le sottili prese in giro a Ruskin, il vedere sorgere i prodomi di una nuova correte pittorica (i Preraffaelliti) che vanno in una direzione completamente diversa dalla sua tanto che aumentano le prese in giro negli spettacoli (Turner non era amato dalla Regina Vittoria).Questi scorci di vita culturale sono sprazzi sulla tela dell'esistenza di Turner, su cui pesa la tempesta di rapporto molto conflittuale con il femminile, a partire dalla figura materna, morta pazza. Turner non si sposò mai, ebbe due figlie da una prima compagna per cui non nutrì mai nessun interesse, solo dopo la morte del padre si legò a una vedova in quello che viene rappresentato come un legame molto felice, in antitesi al rapporto con il legame con la serva Hannah su cui il pittore riversò i propri istinti sessuali fino all'ultimo nonostante il legame felice con la signora Booth. La doppia vita sentimentale racchiusa nel significativo doppio finale rappresenta la natura scorbutica e anafettiva dell'uomo che cela però un'estrema sensibilità artistica (viene anche messo in scena l'episodio leggendario secondo il quale Turner si sarebbe fatto legare all'albero di una nave per osservare la tempesta).
Resta il fatto che due ore e trenta di grugniti, il modo preferito di rispondere di Mr. Turner, sono oggettivamente troppi.


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