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TURNER di Mike Leigh (2014)

Creato il 30 gennaio 2015 da Ifilms
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Scritto da Erica Francesca Bruni
Categoria principale: Le nostre recensioni
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 30 Gennaio 2015

TURNER di Mike Leigh (2014)" Io devo restare solo e sapere che son solo,

per sentire e vedere tutta la natura. Io mi devo dare a ciò che mi circonda,

riunirmi alle mie nuvole e rocce per essere ciò che sono ".

C. David Friedrich

Mike Leigh rende omaggio al celebre pittore inglese William Turner con un biopic raffinatissimo che scava a fondo nella sua vita artistica e privata.

La pellicola ripercorre gli ultimi venticinque anni della sua vita raccontandoci magistralmente la derisione subita, l'eccentricità rivoluzionaria, la vita insolita e solitaria e la sua ossessiva ricerca cromatica nei paesaggi.

Attraversando i piccoli e grandi episodi della sua esistenza travagliata, Leigh si sofferma sul grande senso di smarrimento, ma anche di piacere, di Turner davanti allo spettacolo dei grandi sconvolgimenti atmosferici e di straordinari fenomeni naturali che denotano il suo bisogno urgente di ritorno alla natura e all'esaltazione della vita umana vissuta nella sua immediatezza e spontaneità, fatta appunto, di impeto e assalto.

La Luce, considerata Dio da Turner, è stata la sua vera e unica ragione di vita. La sua devozione alla ricerca spasmodica per imprigionare sulla tela la sua inafferrabile bellezza è stata portata avanti con una forza inedita e originale per l'epoca. Uno degli episodi citati più belli del film è proprio quello in cui Turner si è fatto legare all'albero maestro della nave Ariel durante una tempesta di neve, in modo tale da essere parte di un vortice di vento, neve e acqua, scatenato dalla natura per sperimentare da sé tale sentimento. Con questo si percepisce il grado di dedizione e di follia che hanno fatto parte di quest'uomo che lo stesso Leigh definisce un pittore cinematico, enigmatico, contradditorio e sublime; un uomo dotato di una grande serietà nella sua arte, ma dotato anche di un umorismo ferocemente anarchico dietro cui si cela una passione incontrollabile e una commovente fragilità emotiva.

Timothy Spall (premiato a Cannes 2014 come migliore attore) è straordinario nei panni di Turner, e riesce a restituirci il ritratto complesso e affascinante della sua doppia natura di artista geniale e raffinato, ma anche di uomo burbero e animalesco che vedeva se stesso come un gargoyle. La recitazione sottile e controllata aderisce completamente al suo carattere testardo e orgoglioso che si contraddistingue per le azioni anarchiche e ribelli contro l'establishment, e calza davvero a pennello quel grugnire infastidito per mostrare il suo consueto disappunto.

La regia è superba e questa volta Leigh dà grande spazio alla componente visuale regalandoci struggenti tramonti di incantevoli angoli naturalistici, tempeste di mare e splendidi campi en plein air, il tutto aderendo completamente alla pittura del celebre pittore, la cui anima e sensibilità vive di riflesso nell'opera di Leigh. Sin dall'incipit, infatti, la luce di Turner si fonde con il cinema del regista inglese restituendoci le forme e i colori tenui sfumati verso l'orizzonte dei suoi dipinti (il direttore della fotografia Dick Pope ha operato un vero e proprio miracolo rendendo tutto questo possibile sullo schermo).

Nonostante l'impianto classico dell'opera, non manca lo stile acuto e incisivo tipico del cinema di Leigh. Vi ritroviamo la crudeltà del mondo, quella disperazione fatta di lunghi silenzi, momenti patetici e fatti di vita vissuta in sottrazione di personaggi alla deriva. L'ironia è sempre presente ed è sempre pronta ad intervenire tra le piaghe della storia in cui sono presenti tutte le tematiche care al cinema di Leigh quali: solitudine e disperazione, la complessità dei rapporti interpersonali e il quotidiano tragicomico.

Con Turner, Mike Leigh trascende il concetto di opera autobiografica, servendosi di questo personaggio per cucirci sopra il proprio cinema e il risultato è uno spettacolo sublime.

Voto: 3,5/4

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