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Tutorial: che cos’è il giornalismo moderno?

Creato il 05 marzo 2013 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad

Tutorial – Il giornalismo moderno è quello che si è adeguato alle ultime abitudini acquisite dai lettori, anche sull’influenza dei nuovi media. Il giornalismo moderno è anche quello che può passare facilmente da Internet alla televisione e alla radio.

Il suo opposto è il giornalismo scolastico, di tendenza o di influenza letteraria.
Questo tipo di ancora molto presente sui giornali stampati, su molti siti web e su blog, principalmente per tre motivi:
1) perché è ancora oggetto di insegnamento scolastico (introduzione +sviluppo +conclusione);
2) perché la ricerca e la verifica dei fatti costa tempo e lavoro, mentre commenti, descrizioni, emozioni, ricordi e argomentazioni si fanno facilmente e spesso sono più gratificanti per l’autore;
3) perché un giornalismo basato sui fatti offre poco spazio all’informazione capziosa, che è quella che paga e ripaga, sui temi che contano;
4) perché per molte persone avere un’opinione ed esprimerla può sembrare più importante della conoscenza di dati e fatti.

Così, per contrasto, quando leggo un bell’articolo ricco di informazioni,  con deduzioni coerenti ecc. mi aspetto che l’autore non si italiano. Purtroppo.

Ecco un esempio di giornalismo moderno, a contrasto con il giornalismo scolastico-letterario. Sono due incipit tratti dallo stesso numero dell’Espresso.

A) Incipit articolo d’attualità in stile moderno
«Rapido, poco costoso. Il divorzio all’italiana sempre più spesso si chiama annullamento. I numeri parlano chiaro. Secondo le stime degli avvocati matrimonialisti, su 163 mila unioni con rito concordatario, nel 2009 ci sono state 8.400 richieste di nullità, 5.800 delle quali arrivate a buon fine (contro i 50 mila divorzi “statali”)»

B) Incipit articolo d’attualità in stile letterario
«Le unghie d’acciaio affondano nel terreno e strappano quintali di zolle. L’ululato delle ruspe è assordante. Hanno cominciato all’alba a devastare la campagna. Scalzate le radici più profonde, ora aggrediscono i muri a secco. Le macchine avanzano contro le pareti di terra e sassi. Crolla il primo terrazzamento. I camion si riempiono di tonnellate di pietre ancora umide di erba e muschio. I cingoli stritolano margherite e narcisi cresciuti sul bordo dei vigneti doc del recioto e dell’amarone. Ci avevano messo secoli, i mezzadri, a far crescere le viti nel dorso giusto di questa collina. Fatica, sudore e sacrificio per spostare migliaia di pietre bianche».

Il primo articolo può passare sui più vari media. L’altro no. E per quanto sia ben scritto, come lettore non capisco cosa e dove accade prima di arrivare a metà pagina. E’ un articolo di attualità e di denuncia, ma devo dispormi mentalmente come fosse un romanzo.
Possiamo anche chiamarlo infotainment, ma la matrice è vecchia di un secolo.

Il primo articolo inizia con il cuore della notizia. Il secondo con un’introduzione. Sono due schemi differenti e incompatibili, che andrebbero utilizzati con padronanza nel contesto giusto.

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Sulla differenza tra giornalismo italiano e giornalismo anglosassone, c’è su YouTube un’intervista ad Alexander Stille (professore di giornalismo alla Columbia University, articolista per testate di tutto il mondo, dal New York Times a La Repubblica).

 

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 Liliana Malenza & staff


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