Tutta colpa dei posteggiatori abusivi

Creato il 26 agosto 2013 da Abattoir

Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria
(Coda di lupo, Fabrizio De Andrè)

In ogni società sono presenti irregolarità e malfunzionamenti. In Sicilia questi sono in quantità tanto grande da sostituirne la norma principale così da trasformare l’eccezione in regola.

Ma domandiamoci il perché. Cosa significa essere in una condizione di “eccezionalità”? Precisamente, essere in una posizione esterna rispetto al Diritto. Passeggiando per Palermo è chiaro a tutti che le norme hanno una valenza pressoché aleatoria. I segnali stradali sembrano non essere capiti da nessuno, le persone posteggiano dove meglio credono, l’immondizia accatastata da mesi senza essere raccolta può anche superare in altezza i primi piani dei palazzi, sorgono mercatini illegali in vari quartieri e spaccio di droga e prostituzione sono alla luce del sole e le forze dell’ordine ne sono pienamente a conoscenza.

Certamente, se guardassimo a tutto ciò con occhio a-storico e a-critico ci renderemmo colpevoli di ingenui giudizi di valore e non avremmo chiari i veri obiettivi contro cui combattere.

Faccio solo un esempio: la questione posteggiatori abusivi. Questi personaggi sono effettivamente inutili all’automobilista (tranne in qualche occasione) e in molti casi sono arroganti, minacciano e danneggiano i veicoli se non ricevono la somma richiesta.

Ora, siamo d’accordo che questo è un problema ma, a mio avviso, non è fondamentale e urgente da risolvere. Credo invece che sia una priorità lottare per avere un servizio efficiente di nettezza urbana, per avere università con un soffitto che non crolli sulle teste degli studenti (vedi la gravissima situazione del Collegio San Rocco, sede della Facoltà di Scienze Politiche), in altri termini, lottare contro le mafie. Sicuramente è più facile prendersela con il singolo, piccolo abusivo che chiede un euro per “prendersi il caffè”  ma è più difficile colpire i problemi nel loro cuore pulsante: nel campo delle costruzioni e dell’edilizia per esempio, nell’assegnazione degli appalti e nella gestione dei traffici internazionali di esseri umani, nello sfruttamento della prostituzione e nelle importazioni di droga. Sì, decisamente meno facile. Allora che si fa? Si mette l’accento su altri problemi e si spingono i media a parlare solo di un problema, abusivi, immigrati clandestini e tutti i figli indesiderati del mondo. Obiettivi semplici, indifesi e con una folta opinione comune pronta a dare addosso.

Sì, perché il posteggiatore abusivo non è che una trascurabile manifestazione di una costituzione sociale autodeterminatasi abusivamente in opposizione allo Stato. Non voglio discutere di giusto o sbagliato, non avrebbe senso. Le ragioni storiche della formazione delle mafie sono molteplici, legate ai rapporti conflittuali tra Stato e popoli del sud, da contestualizzare e analizzare a mente lucida. Oggi sappiamo una parte di verità, siamo a conoscenza della connivenza tra mafia e Stato e dobbiamo ringraziare le indagini di uomini e donne che hanno pagato con la vita il prezzo del loro lavoro.

Credo proprio che si debba essere riconoscenti nei confronti di coloro che hanno creduto fermamente all’importanza dell’antimafia e, allo stesso tempo, consideriamo che i problemi sociali non si risolvono soltanto con le denunce ad un sistema di potere connivente con la criminalità denunciata, ma soprattutto educandosi ad uno sguardo quanto più possibile comprensivo di tutte le parti in gioco. Penso proprio che accanirsi contro posteggiatori abusivi e venditori di rose non sia la strada giusta da percorrere in quanto facenti parte di una piccolissima (ma certamente non trascurabile) parte di un complesso sistema che ha radici profonde e poco visibili. Forse, andando indietro, studiando le ragioni storiche dei fenomeni e le loro modificazioni,  avremmo più chiari i veri volti dei nostri nemici.


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