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Tutta colpa di Freud

Creato il 17 febbraio 2014 da Cobain86
Tutta colpa di Freud

Tutta colpa di Freud

Dal regista di Immaturi Paolo Genovese ecco un’altra pellicola “generazionale”, un padre alla presa con le sue figlie: come sarà andata? Buona lettura. TramaMarco Giallini interpreta uno psicologo separato alla presa con tre figlie dai caratteri ribelli e indipendenti, tutte (come si evince dal titolo) con problemi relazionali di varia natura: chi ama gli uomini maturi, chi da lesbica vuole diventare etero, chi nella mancanza di comunicazione riesce a trovare l’amore che cercava.Il filmMarco Giallini è molto bravo, risulta maturo e navigato (avendo attraversato in prima persona la perdita della moglie di recente) e ben s’inquadra in questo personaggio in bilico tra il ridanciano e il professionale, che nella pellicola non sempre riesce a scindere quando si tratta di affetti personali.Le figlie, molto carine, a volte risultano melense ma nel complesso rendono la pellicola fruibile e interessante.Le tematiche sentimentali fanno riferimento, come da titolo, all’interpretazione delle pulsioni sessuali suggerita dal padre della psicanalisi Freud.Nel film vengono trattate in modo scanzonato, con tratti da commediola romantica in alcuni punti e con attenti e profondi spunti di riflessione in altri, molto spesso riservati al rapporto tra il sordomuto e la Puccini.Qui il rapporto con un modo diverso dal nostro, basato su regole differenti, introduce spessore e una tematica più articolata nel film, che altrimenti sarebbe una corsa salterina al fidanzato giusto. La parte dello psicologo, come anticipato, è molto ben delineata e permette allo spettatore di percepire le difficoltà di quest’uomo ad aprirsi verso una nuova storia, una possibile relazione dopo l’ex moglie.L’intreccio per il padre, infatti, viene giostrato con la sempre in forma Claudia Gerini, moglie del suo assistito (Alessandro Gassman, che si rivelerà anche amante della figlia diciottenne): la bassezza umana lo indurrebbe a soffiargliela, visto il momento stagnante di crisi, mentre la professionalità lo spinge a recuperare il rapporto perduto con la moglie, al fine di ristabilire l’equilibrio perduto.Per chi cerca la commediola romantica ridanciana questo film, a tratti, non sembra il più indicato. Ma gli spunti di riflessione che offre nei momenti “impegnati” della pellicola ci spingono a domandarci se, anche noi, possiamo fare quel passo in più, quello sforzo necessario per difendere e combattere per quello a cui teniamo, sostanzialmente il nostro amore.Verdetto finaleTralasciando l’happy ending a tarallucci e vino per quasi tutti i personaggi, possiamo definirla una commedia “pensata”, con un cuore: non vive di bassezze e di battute stantie, non cerca ossessivamente la facile risata. Cerca (per quanto possibile in un film simile) di far riflettere sulle nostre scelte e sul passo in più che tutti dovremmo compiere, per imparare a non dare per sconatata la persona accanto a noi e cercare di vivere con lei ogni giorno, anzichè considerarla il più delle volte un comodo soprammobile.Voto: 8/10Marco

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