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Tutta la bellezza deve morire - di Luigi Pingitore

Creato il 14 ottobre 2011 da Ilibri
TUTTA LA BELLEZZA DEVE MORIRE - di Luigi Pingitore

Titolo: Tutta la bellezza deve morire
Autore: Luigi Pingitore
Editore: Hacca
Anno: 2011

E’ bellissimo guardare il tremolio dell’aria sopra la costa e pensare che tra un attimo arriverà finalmente un po’ di vento e starà bene. E in fondo tutta la vita non si riduce che ad istanti così”.

 

Istanti che su quella costa capita di vivere a chi la costiera,quella che corre risalendo da Vietri a Positanto, passando da Erchie, Cetara, Minori l’ha vissuta davvero, fino a perderci il fiato.

E Pier, Dario, Liv, Luca, Silvia quel mare lo vivono ogni giorno di un’estate che è distanza dal mondo, che è paralisi della vita, ma esaltazione delle emozioni, eco di pensieri che non riescono ad emergere.

 

Sono adolescenti persi nel mistero di un’esistenza immobile arenata in “un punto estremo del mondo”, alla soglia di un mare in cui tuffarsi e perdersi per non sentire quel troppo rumore intorno, alla ricerca di un senso, di una risposta a giorni scanditi da un tempo senza pareti.

Le domande del diciannovenne Pier si portano dentro la disperazione del silenzio, quello che avvolge la scomparsa della sua ragazza Francesca, quello che accompagna il cammino della madre alla tomba di suo padre, quello che si alza tra lui ed il mondo che non è Loro.

Arthur Rimbaud, con i suoi versi che sono l’annuncio della fine, fa da sottofondo poetico a giornate che non sanno dove andare, che si compongono al momento, che a fatica stanno in equilibrio sul filo teso dell’orizzonte.

 

La vita dei giovani fragili e perduti di queste pagine si intreccia con quella del più che trentenne Rudy, disilluso e distante, orfano della Bellezza degli anni andati e non vissuti; con Alessia, creatura di un altro mondo, quello  fuori dalla costiera, di passaggio in quella follia di giorni lanciati nel vuoto; con Ezra, sulle tracce di una figlia persa da anni e ritrovata nei segni di un luogo che “non era solo immagine”.

 

Luigi Pingitore ha scritto un romanzo che è poesia pura ed in cui ho amato perdermi. E’ uno di quei libri che, se glielo permetti, ti entrano dentro e fanno anche un po’ male.

 

I luoghi descritti nel suo romanzo esistono davvero anche se, in certi momenti, sembrano non avere nulla di fisico. Sono il meglio della costiera amalfitana, immagini che rimangono attaccate alla memoria e si fanno ricordi intensi e nostalgia pura per chi ha avuto – come me - la fortuna di viverli.

 

La scrittura di Pingitore è straordinaria, imperfetta nella sua perfezione, è altrove, come il “Paradiso” di Vargas Llosa.

 

Un libro consigliato a chi ama perdersi.

 

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