La morale è tutta racchiusa nel titolo: Sei Fuori Posto, storie italiane.
Il libro pubblicato da Eiunaudi, per la collana Stile Libero, raccoglie i racconti di alcuni tra i più noti autori italiani, scritti per i Corti di Carta che uscirono in allegato al quotidiano il Corriere della Sera, appena un paio di estati fa.
Anche se un noto editore ha deciso di farne un volume, presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino con altisonanti squilli di tromba e un altissimo grado di allerta per la presenza di Saviano, il livello non cambia. In questo caso la somma non fa il totale, come invece avrebbe detto Totò. Anche se i nomi richiamano l’eccellenza italiana – oltre Roberto Saviano, Valeria Parrella, Carlo Lucarelli, WuMing – i racconti da loro firmati ti lasciano l’amaro in bocca. Al termine di ognuno ti chiedi “e allora?”
Allora ti rendi conto che restano ciò per cui sono nati: racconti da allegare ad un quotidano per finire nelle mani di bagnanti talmente annoiati da essere disposti pure a leggere, pur di distrarsi dall’afa estiva.
Inoltre, come dicevo, il titolo non mente: le storie che ci vengono raccontate sono tutte o quasi tristi. In Italia sei inevitabilemente fuori posto. Per campare ti devi arruolare, oppure, devi partire per l’estero dove il lavoro è più apprezzato e ripagato. Nel presente, come nel passato incombe la corruzione, il machismo e poi il terrorismo e ancor prima la dittatura. Certamente è tutto vero, ma a differenza di Donne a perdere, questo lavoro sembra più incompiuto. Manca un filo conduttore, se non nella pessima riuscita di questa nostra storia italiana.