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Tutte le bufale dei Social Network

Da Innovationmktg @InnovationMktg

1. Hai mai ascoltato il ticchettio della pioggia? Dona 3 centesimi per una bambina malata: la vita non è una corsa ma va vissuta e assaporata con calma. Per favore, passate questo messaggio a tutti quelli che conoscete. E’ l’ultimo desiderio di una bambina che lascerà questo mondo. Per ogni persona che riceverà questa e-mail la Società Americana del Cancro donerà 3 centesimi di dollaro per il trattamento ed il piano di recupero.

2. Aiutiamo Stellina. All’improvviso ora tutto cambia e peggiora dopo la diagnosi di Encefalopatia acuta, con episodi di crisi caratterizzati da perdita visiva e caduta a terra. Vogliamo saperne di più e chiedere informazioni a chi ha avuto un’esperienza simile.

3. Marco ha bisogno d’aiuto: rispondi all’appello lanciato su Facebook dall’istituto Mario Negri.

4. Basta un clic sul sito www.aquaplastics.org per donare acqua all’Africa. L’iniziativa è dei produttori di materie plastiche in Europa, l’obiettivo è 1,5 milioni di clic e 150000 euro andranno all’associazione umanitaria WaterAid

5. 11 settembre, coincidenze: New York City ha 11 lettere, Afghanistan ha 11 lettere, George Bush ha 11 lettere, le due torri gemelle formano un 11. New York è l’11° stato, il primo aereo schiantatosi contro le torri gemelle era il volo n° 11, che portava 92 passeggeri (9+2=11), il volo 77, che si schiantò anche contro le torri, portava 65 passeggeri (6+5=11)

6. Immagini di una ragazza sfigurata da un ubriaco che guida: per piacere inviate questa mail a più persone possibile per renderli consapevoli delle conseguenza della guida da ubriachi. Se hai un cuore passala a chiunque conosci.

7. “Mamma sto morendo, e il giornalista scrive”: “Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio é stato giusto…”

Questa una serie di notizie che spesso appaiono sui social e che creano due distinte reazioni: chi viene preso dalla compassione e chi invece nella mente ha subito la parola “fake” (bufala). Diciamo che nei casi che sono illustrati sopra la verità sta nel mezzo (le notizie con numeri pari sono autentiche, quelle con numeri dispari sono chiaramente bufale).
Tra leggende metropolitane e catene di Sant’Antonio, le bufale non sono certo una novità.
Eppure come tutto quello che passa per i canali social, questo fenomeno viene amplificato all’estremo. Se prima il passaparola era relativamente limitato, adesso grazie a una semplice condivisione di link che parlano dei bambini ammalati, della povertà in Africa, di coincidenze magiche (i Maya, una su tutti: impossibile dimenticarsi il panico che era dilagato per mesi).
Esistono ovviamente dei trucchi per smascherare le notizie false.
Ovviamente bisogna informarsi: se vengono dati dei link o delle referenze, bisogna andare a vedere se l’appello che abbiamo ricevuto per mail o è stato condiviso sulla nostra bacheca appare anche lì.
E’ utile poi cominciare a farsi delle domande razionali: ma è possibile che un’ospedale si rifiuti di curare una bambina malata e spinga le persone a donare dei soldi per le cure in base a quanto una mail o un link gira? E’ possibile che una ragazza che sta morendo detti le ultime volontà a un giornalista che passa di lì per caso? Non servono più di un paio di secondi per rispondere a queste domande.

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Eppure ci sono molte persone che credono a queste notizie. Profili falsi su Facebook (o anche su siti di incontri più specializzati) scrivono improbabili messaggi d’amore, servizi per testare la probabilità del proprio amore grazie alle lettere del nome della persona amata. Tanto che su Facebook esiste anche una pagina per segnalare e riconoscere i profili fasulli.
Perché?
Il primo istinto è quello legato al principio d’autorità: siccome la notizia arriva da una persona di cui ci si fida, oppure riporta nomi di autorità scientifiche attendibili, o ancora è riportata su siti che di solito ci sembrano affidabili; non viene automaticamente attivato lo spirito critico.
Molti appelli fanno leva sui sentimenti o sui pregiudizi, ed entrambi annebbiano la razionalità.
E per chi diffonde la bufala?
C’è ovviamente lo stimolo irresistibile a diffondere per il piacere di far sapere. La bufala si presenta in genere come un’informazione importante che pochi sanno: ricevendola e inoltrandola, si crede di entrare a far parte di una cerchia elitaria di “coloro che sanno”.
Alcuni poi invece si divertono proprio nel far girare notizie improbabili o a vedere le persone che abboccano allo scherzo.

Quindi in definitiva, fate attenzione, e se volete saperne di più potete visitare il sito di Attivissimo.

Se invece volete farvi due risate: volti tra le nubi, coincidenze numeriche.

Tutte le bufale dei Social Network
Autore: Valeria Castelli

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