Numerose le novità per il settore delle costruzioni e degli appalti nel testo del Decreto Sviluppo bis, la cui fiducia è stata votata ieri in Senato con l’astensione del PdL (leggi anche Decreto sviluppo bis, in anteprima il testo del maxi emendamento). Prima di tutto c’è da segnalare la delusione delle piccole e medie imprese sul tema dell’autocertificazione DURC con l’eliminazione della norma che prevedeva la possibilità di produrre un’attestazione di regolarità contributiva autocertificata, nell’eventualità che la pubblica amministrazione ritardasse l’emissione del documento (leggi anche Decreto Sviluppo bis, salta l’autocertificazione DURC per gli appalti).
Tra le molte correzioni di rotta sul tema dei project bond per il finanziamento delle opere pubbliche, di cui Ediltecnico.it ha dato notizia qualche giorno fa, si registra un dietrofront da parte del Governo sul tetto per il bonus del credito di imposta per le opere pubbliche realizzate in project financing. Dalla proposta di abbassare la soglia a 100 milioni di euro, favorendo così le imprese di costruzione impegnate in lavori di media entità, si è tornati allo status quo, ripristinando il tetto dei 500 milioni: il che equivale a dire che il bonus potrà essere usufruito solo dalle mega opere pubbliche.
Stralciato dal testo del Decreto Sviluppo bis (su richiesta della Commissione Finanze di Palazzo Madama) la norma che obbligava le casse previdenziali dei professionisti a mettere in vendita forzata gli immobili residenziali. La scelta è stata fatta per il timore che l’operazione potesse compromettere la sostenibilità a 50 anni della riforma pensionistica delle casse previdenziali (leggi anche Riqualificazione patrimonio pubblico, Inarcassa investe 1 miliardo).
Infine, prorogate di 5 anni le concessioni demaniali sulle spiagge pubbliche per gli stabilimenti balneari, le cui licenze sarebbero scadute il 31 dicembre 2015. Con questa norma, i permessi vengono estesi fino a fine 2020. La misura, osteggiata dal Governo ma imposta dai gruppi di pressione di Camera e Senato, quasi certamente provocherà una multa da parte della Commissione europea di difficile quantificazione, ma certamente molto salata.