“Porte aperte”. Per noi italiani è rimasto nella storia. Uno slogan indelebile che ancora oggi viene utilizzato per reclamizzare un nuovo modello a quattro ruote. Qui a Zurigo invece le “offene Tür” assumono tutt'altro significato, schiudendosi su realtà nuove o già esistenti, permettendo la creazione di un rapporto inedito tra cittadino e istituzione, pubblica o privata. Protagonista indiscussa del week-end appena trascorso l'appena rinnovata Toni-Areal. Sfidando la concorrenza di un clima da “goldener Oktober” (qui l'autunno arriva prima) e del fascinoso Zürich Film Festival, il nuovo colosso urbano, che svetta in pieno Zürich-West, il quartiere trendy della città, è riuscito a convincere migliaia di visitatori ad accettare l'invito al suo evento denominato per l'appunto "Tage der offenen Tür". Dove un tempo si trasformava il latte in yogurt, ora trovano nuova sede due istituti d'istruzione superiore: uno per le arti (ZHdK) e l'altro per le scienze applicate (ZHAW). Detta così sembra una quisquilia. Immaginatevi però 5.000 fra studenti, insegnati e collaboratori che circolano fra 1.500 aule per l'apprendimento, sale da concerto, studi di danza, laboratori per tutte le discipline, una biblioteca, un cinema, spazi ricreativi, ecc. A cui si aggiungono lo Schaudepot del Museo del Design e il music club Mehrspur. Tutti sotto lo stesso tetto, o meglio sotto la stessa terrazza (da cui si ha accesso peraltro a un panorama inconsueto). Sì perché l'edificio continua poi a ergersi, trasformandosi in una torre riservata a un centinaio appartamenti, le cui porte, considerata la particolarità dell'evento, sono però rimaste chiuse. Una metamorfosi, quella da contesto industriale a spazio polivalente, ma riguardante anche 12.000 tonnellate d'acciaio e 75.000 metri cubi di cemento ereditati dalla Toni-Molkerei, durata quasi dieci anni per mano degli architetti Mathias Müller e Daniel Niggli dello studio d'architettura EM2N. Il risultato è di quelli che fanno venire la voglia di tornare urgentemente a scuola.
Corollario
Galleria fotografica "L'incertain regard"39-2014