L’orologio della piazza, come sempre trafficatissima a quell’ora di automobili ,di bici e di pedoni, segna le quindici in punto e i nostri quattro amici sono giunti puntuali nei pressi dell’ufficio di polizia di Dar es Salaam.
Kurt e Henning hanno viaggiato assieme, dopo un pranzetto rapido consumato a casa di Henning, dove la cuoca, la Rose, è così brava che anche con pochissimi ingredienti riesce a soddisfare i palati più esigenti.
E Henning, infatti, esigente lo è in fatto di cibo. Ed è la prima cosa che domanda in fatto di referenze al suo personale di servizio.
Kurt, invece, è uno di quegli uomini che non mette quasi mai in difficoltà l’ospite e tanto meno la sua compagna, quando è a casa propria.
E questo anche perché, col suo lavoro, non ha orari e spesso un toast al prosciutto e due uova strapazzate, che consuma nel locale vicino al commissariato, quando è a Ystad, vanno sempre bene. Non deve mancargli però… la “sua” birra.
Oggi molto volentieri avrebbe voluto saltare il pasto e andare in spiaggia per una nuotata.
Poi ha deciso di raggiungere casa di Henning per organizzare meglio i passaggi del discorso da tenere in commissariato.
Geronimo ha mangiato rapidamente e a occhi bassi, si potrebbe dire quasi senza assaporarlo, il cibo della mensa dell'ospedale.
E padre Alex ha fatto altrettanto al refettorio in quanto proprio allora, a Bunju, era arrivata da poco una comitiva di giovani piuttosto vocianti e tutti di buon umore, che sarebbero stati impegnati nella casa in un corso di formazione per qualche giorno.
E in quelle circostanze bisogna di necessità essere tolleranti.
Una volta entrati nel commissariato, l’agente di turno, impettito nella sua divisa un po’ sgualcita e parecchio sudata ma molto convinto del proprio ruolo, fa accomodare subito i quattro uomini nell’anti-sala dell’ufficio principale.
Uno stanzone con alcune sedie in legno e degli scaffali a parete da cui si evince che si tratta di una specie di archivio.
E la voce del commissario, dopo qualche minuto, non tarda ad invitarli ad entrare.
Le spiegazioni di quanto è stato constatato in precedenza nei locali dell’ospedale sono dettagliate.
Inizia Geronimo a parlare per primo ma poi subentra Henning, che conosce bene e da tempo il commissario.
E ,certamente, il suo eloquio fluido potrebbe essere molto più convincente.
Abbiamo assolutamente bisogno di un mandato di perquisizione per quei locali- calca il suo tono di voce Henning.
E questo perché immediatamente lo irrita l’immobilismo e l’afasia voluta del commissario.
Gli appare ,in una fantasia gotico-surreale, come un coccodrillo che non esiterebbe a divorarlo... se potesse e senza neanche troppi complimenti.
E’ una cosa seria e bisogna impedire che si continui così…- aggiunge perentorio, appena qualche istante dopo.
Il commissario,un makonde sicuro di sé, mentre scruta Kurt, il suo omologo, dal canto suo pensa che vorrebbe non fare affatto brutte figure e magari mostrarsi efficiente.
Bene- dice- mi avete convinto. Lasciate solo che faccia qualche telefonata. E’ necessaria. Per me.
Una mezz’ora dopo i nostri amici sono fuori dall’ufficio di polizia con il loro bel pezzo di carta firmato (in fotocopia) e l’appuntamento per l’indomani mattina, prestissimo, con tre agenti di polizia perché si possa effettuare l’auspicata perquisizione.
Insomma è andata…-dice Kurt.
Speriamo di coglierli con le mani in pasto… -aggiunge Henning.
Non sarà facile. Hanno mezzi economici e amici potenti tra i politici… -completa la frase.
Padre Alex è all’apparenza soddisfatto ma lo sarà di più a cose fatte.
Conosce le sue pecore che, dietro atteggiamenti pseudo- rispettosi, trovano poi subdolamente il modo di dribblare l’avversario e fare come vogliono loro.
E questo vale a tutte le latitudini. Non solo in Africa. Non solo in Tanzania. Non solo a Dar es Salaam.
Comunque pregherà il buon Dio che non accada e che la brutta storia abbia fine una volta per tutte e che la gente ritrovi quella serenità,che è il giusto rispetto dei costumi e delle tradizioni.
Geronimo nel mentre è già sfrecciato via in direzione, questa volta, di casa sua. E, forse, dei quattro è il più combattuto intimamente.
Immagina la reazione di Zoe. Incontenibile certamente.
Ma non osa immaginare quella del dottor Wung e del direttore dell’ospedale.
(Continua…)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)