Come spesso capita, le critiche più feroci verso Beppe Grillo sono quelle che meno hanno senso. Di critiche costruttive verso il comico se ne potrebbero fare tante, invece ci si scaglia su cose veramente ridicole.
Mi riferisco alla polemica nata dalle parole di Grillo per il quale non bisogna limitarsi a condannare gli attentati ad Equitalia ma anche capire i motivi per i quali essa è diventata un bersaglio.
Sono parole a parer mio giuste, che riflettono una tensione sociale che in Italia va sempre in crescendo.
Equitalia, lo sanno tutti, è fortemente criticata per la sua lentezza amministrativa, per tassi di interesse talmente alti da essere definiti da "usura" e per la facilità con la quale ricorre al pignoramento di beni anche per debiti relativamente modesti.
Prendendo un paragrafo da Wikipedia: "L'inefficienza amministrativa di Equitalia è tale che molto spesso il debitore non sa neanche di avere la casa ipotecata a causa di un debito inizialmente modesto. Può succedere infatti che una modesta multa stradale lieviti molto a causa degli elevati tassi di interesse e della lentezza amministrativa di Equitalia, rendendo impossibile il pagamento (per una persona che non vive in una situazione economica agiata) e causando quindi il pignoramento di immobili o il fermo amministrativo di veicoli."
Come se questo non bastasse, Equitalia sembrerebbe tutt'altro che equa:
"Secondo la trasmissione TV Report, Equitalia punisce partiti, grandi imprenditori e VIP con una severità molto minore rispetto a quella che usa con le persone meno abbienti, accanendosi con le persone non agiate e chiudendo un occhio con le persone più ricche"
Desta quindi perplessità lo scalpore provocato dalle parole di Grillo. Per il nostro mondo politico che condanna la violenza senza se e senza ma, la primavera araba sarebbe stata compiuta da criminali privi di scrupoli invece che da eroi pronti a morire per un ideale di libertà.
La violenza va condannata, ma capire i motivi che l'hanno provocata è un puro e semplice dovere civile.
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