Tutti contro Marchionne, anche i fan più accaniti. Silvio va in crociera e parla, come Quelo.

Creato il 16 settembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Un lunghissimo elenco di ex sostenitori del Marchionne Caesar et Dux, gli sta chiedendo conto delle dichiarazioni nelle quali recentemente, senza batter ciglio, non ha dato un soldo di speranza a Fabbrica Italia. L’elenco? Eccolo: Corrado Passera, Sora Elsa (Fornero), Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti direttamente dal reparto verniciatura della Chrysler a Detroit, Roberto Cota, Pierfy Casinie, udite udite, Angelino Alfano. Chiamparino, Fassino, D’Alema e Veltroni, Bersani e Renzi, Rosy Bindi e Franceschini tacciono, ma solo per pudore. Tutti, in coro, stanno chiedendo a Marchionne cosa diavolo intende fare mentre, quando la Fiom e la Cgil imploravano gli altri sindacati di aspettare il piano industriale prima di firmare l’accordo, i metalmeccanici rossi venivano presi per barricaderi rivoluzionari contrari al progresso e, quindi, rivoluzionari revisionisti: i peggiori, proprio come i cattocomunisti. A Marchionne di mantenere in vita la Fiat in Italiapuò interessare come a Berlusconi i problemi degli altri, praticamente niente. L’assurdo è che mentre Bellopupo Elkan dichiara trionfalmente l’entità dei dividendi spettanti quest’anno agli azionisti, si contano le ore di cassa integrazione non solo per gli operai ma anche per i colletti bianchi. Non si sa perché Grillo tace, forse a lui della Fiat non frega una mazza o forse non gli hanno ancora rimesso a posto il sito, resta il fatto che sui problemi spinosi di questo paese a pezzi, lui non interviene mai. Ci piacerebbe anche sapere cosa pensa del referendum sulle leggi della Fornero che hanno stravolto l’articolo 18, ma lui tace preferendo parlare di zombi e pappa, di stracotti e strafatti. Questo è uno degli aspetti di Grillo che non ci piace, se fosse un po’ meno santone e un po’più vicino ai problemi veri della gente magari si attirerebbe qualche simpatia in più. D’altronde è semplice sparare sull’euro, un po’ più complicato spiegare come riportare l’economia reale al centro della finanza facendole riprendere il posto che attualmente occupa la carta straccia (derivati e affini). Prendersela con il Beppe però non serve a nulla, lui cavalca lo sfascio, la cosa più semplice e redditizia in questa nazione ancora infettata dal morbo del berlusconismo. A proposito, Silvio se n’è andato in crociera. Ha approfittato del viaggio promozionale del Giornale e si è imbarcato a Veneziacon Sallusti, Feltri e Danielona Santanché che, dopo le ultime uscite contro l’Islam, per salire a bordo della MSC si è travestita da Lady Gaga. Prima di partire, Silvio ha parlato e ha scolpito sul marmo della politica che siamo in una grande confusione, che c’è grande crisi, che questa è una politica che ci porta dritti alla recessione, che serve una guida. Sembra di ascoltare Quelo, la seconda che ha detto.

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