«Terra», il quotidiano dei verdi, apparso e scomparso con una rapidità che credo non abbia sorpreso nessuno tra gli addetti ai lavori, è al centro di polemiche in cui si intrecciano finanziamenti all’editoria, vertenze sindacali e dintorni che, per dirla con le parole di Luca Bonaccorsi, ex direttore e azionista del quotidiano, creano un ambiente, di cricche e amici degli amici. Storie, ahimè, alle quali ci siamo tristemente abituati, tanto da ritenerle di ordinaria amministrazione in questo Paese di popolo e populismi.
Oggi, come certamente molti di voi sapranno, come ogni anno si celebra in tutto il mondo il giorno della terra, nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra al quale inmancabilmente il Doodle di Google, come ormai di tradizione, rende omaggio.
E’ questa l’occasione per il quotidiano torinese «La Stampa» di annunciare a tutta pagina di essere il primo quotidiano a impatto zero.
Se il senso dell’iniziativa, che si basa fondamentalmente sulla certificazione PEFC, è certamente apprezzabile, personalmente resto abbastanza scettico sul vantaggio competitivo che il posizionamento come quotidiano ecologico potrà portare al giornale diretto da Mario Calabresi.
La mia impressione è che sposti davvero poco del mercato contendibile cartaceo, fatto più del rubare quota agli altri quotidiani che di nuovi lettori, rischiando di essere anche sotto questo profilo un’operazione a impatto zero.
Insomma, come nella miglior tradizione, un bel girotondo nel quale ci si ritrova tutti giù per terra.