Ecco la nostra recensione del nuovo LittleBigPlanet: il nuovo sviluppatore avrà reso giustizia ai MediaMolecule?
Quando Sony ha annunciato che il nuovo LittleBigPlanet per PlayStation 3 e PlayStation 4 non sarebbe stato sviluppato dalla software house storica, Media Molecule, ma da Sumo Digital con un limitato contributo dei creatori della serie, un'onda di terrore ha scosso le fondamenta di una community solida e attenta, capace di aver prodotto più di nove milioni di livelli custom grazie al potentissimo editor dei precedenti episodi, il vero cuore del franchise.
Sin dal suo esordio nell'ormai lontano 2008, LittleBigPlanet non ha fatto mistero del suo motto "gioca, crea, condividi" e i capitoli successivi, sia portatili sia casalinghi, hanno cementificato questa filosofia ingigantendo le possibilità degli utenti e, al contempo, la struttura di un gioco che era partito come un semplice platform e nel corso degli anni è diventato qualcosa di più, come ha dimostrato LittleBigPlanet 2 tre anni fa. È chiaro, quindi, che vedere questo fenomeno nelle mani di una società che potrebbe non averlo capito è stato preoccupante, specialmente alla luce delle importanti aggiunte che avrebbero potuto migliorarlo o rovinarlo per sempre. Vogliamo anticiparvi che Sumo Digital non ci ha fatto rimpiangere i MediaMolecule proprio per niente, ma per capire come mai il miglior episodio della serie non abbia rasentato l'eccellenza del precedente dovrete leggere tutta la recensione.
Una storia di pupazzi
Già in LittleBigPlanet 2 era evidente come MediaMolecule volesse fare qualcosa di speciale col suo platform, trasformando la "campagna" in qualcosa di più che una semplice vetrina delle potenzialità della modalità Crea. E così, col tempo, LittleBigPlanet ha cominciato ad avere una trama che legasse i livelli pensati per il giocatore e i suoi eventuali amici di co-op: Sumo Digital ha calcato particolarmente la mano su questo elemento, congegnando una modalità Avventura ancora più elaborata di quella giocata nei precedenti episodi.
Questa volta ad essere in pericolo è il mondo di Bunkum, un pianeta dove l'immaginazione sta pian piano sparendo: il bizzarro Newton ci chiederà aiuto e ci coinvolgerà nella ricerca di tre eroi leggendari che potrebbero aiutarci a salvare capra e cavoli, dato che in passato avevano già sconfitto una volta i titani che minacciavano la creatività di Bunkum. La manciata di stage che fa da prologo al gioco ha una doppia funzione: da una parte ci insegna a giocare nei panni del Sackboy, casomai ce ne fosse bisogno, e dall'altra getta le basi per la storia quando scopriremo nostro malgrado di essere stati ingannati. Non stavamo aiutando Newton a svegliare i tre eroi leggendari per salvare Bunkum, ma a liberare i titani per distruggerlo! Questo colpo di scena sarà l'incipit di un viaggio che ci porterà in giro per il pianeta: ogni regione fa un mondo a sé, in pratica, ed è rappresentata duplicemente da una mappa schematica nell'hub principale e da una specie di mini-livello esplorabile vero e proprio, pieno di oggetti da raccogliere e di segreti da scoprire in puro stile "metroidvania". Oltre a proporre gli ingressi per i vari livelli principali, infatti, capita spesso di imbattersi in personaggi che ci affideranno delle missioni secondarie, sbloccandoci stage aggiuntivi particolarmente complicati che dovremo superare impiegando le abilità e gli eventuali gadget già ottenuti. Benché siano effettivamente un po' dispersivi - ragion per cui Sumo Digital ha implementato una seconda mappa schematizzata e un elenco di missioni a waypoint - gli hub rappresentano ugualmente un'idea spassosa e un modo alternativo di prolungare l'esperienza, invitandoci a rivisitare approfonditamente micro e macro livelli dopo aver sbloccato un nuovo potenziamento o personaggio. Perché, come ormai sapranno anche i sassi, questa volta non controlleremo solo il Sackboy. O quasi.
LittleBigPlanet 3 - Trailer di lancio realizzato dalla community
I tre eroi
Fin dal suo annuncio, LittleBigPlanet 3 ha fatto sfoggio multimediale della sua nuova e più importante feature, ovvero la presenza di tre comprimari da controllare al posto del Sackboy. Si trattava di una novità presentata in pompa magna e sulla quale Sumo Digital ha calcato tantissimo la mano ma, alla resa dei conti, il suo peso sul gameplay è davvero risicato. Il Sackboy, infatti, dovrà viaggiare in giro per Bunkum in cerca dei tre eroi leggendari: ogni mondo è stilisticamente diverso dagli altri, ispirato a concetti astratti come la tecnologia o la natura, ma sul fronte del gameplay i vari livelli sono quasi tutti strutturati per il Sackboy.
Stranamente, infatti, gli eroi si controllano solo verso la fine di ogni mondo in livelli appositamente dedicati che spiegano quali sono le loro peculiarità e i loro poteri, ma poi scompaiono e il focus torna inevitabilmente sul Sackboy e sui suoi gadget. Ed è un peccato, perché i livelli in cui si impiegano le abilità dei tre comprimari sono freschi e divertenti e rappresentano l'effettiva, seppur breve, evoluzione del franchise. Oddsock, per esempio, è un cagnolino di pezza che ci permette di rimbalzare e camminare sulle pareti in frenetiche sequenze platform, mentre Toggle, che può cambiare dimensione a seconda delle circostanze, impone una progressione un po' più ragionata. Un po' sottotono ci è sembrato Swoop, l'ultimo eroe, un volatile il cui potere è appunto quello di svolazzare e di trasportare gli oggetti, e quindi non proprio originalissimo. Il che non significa che i livelli con protagonista il Sackboy siano di qualità scadente, anzi: non solo ci sono apparsi molto più sofisticati e ingegnosi di quelli giocati nelle iterazioni precedenti, grazie anche al sistema di controllo leggermente più preciso e alla fisica riveduta e corretta, ma implicano spessissimo l'utilizzo dei gadget che si sbloccano man mano che si procede nell'avventura, e alcuni di questi ci sono apparsi davvero geniali e ben implementati nella struttura generale dei livelli; è il caso della pistola che permette al Sackboy di teletrasportarsi attraverso alcuni portali particolari, per esempio, o dell'aspirapolvere che, pur permettendo semplicemente di soffiare o risucchiare l'aria, si impiega per risolvere alcuni ingegnosi rompicapi basati sullo spostamento di ostacoli e piattaforme. Questo, tuttavia, non vuol dire che non si avverta un certo senso di inconcludenza dopo aver sbloccato un nuovo eroe ed essere tornati a giocare dei livelli pensati esclusivamente per il Sackboy, limitando il controllo e l'utilità di Oddsock, Swoop e Toggle alle zone extra precedentemente irraggiungibili in alcuni stage o negli hub principali, a differenza di quanto proclamato a suon di trailer e slogan in questi mesi.
LittleBigPlanet 3 - Trailer "Your Imagination To The Rescue!"
Problemi di nuova generazione
Il primo impatto con LittleBigPlanet 3 non è dei più entusiasmanti, siamo sinceri: nonostante la risoluzione più elevata rispetto al passato - e alla versione PlayStation 3, che gira a 720p - LittleBigPlanet 3 sembra un simpaticissimo, adorabile e stilosissimo LittleBigPlanet come tanti altri. Il Sackboy è lo stesso di sempre, con le stesse animazioni, le stesse texture, e i comprimari (sia i tre eroi giocabili sia gli altri personaggi) sembrano usciti da un'iterazione di LittleBigPlanet qualsiasi. Le differenze, però, sono minuscole ma ci sono.
Sono perlopiù dettagli, sensazioni e piccole modifiche che solo i giocatori più sensibili o più attenti noteranno, mentre gli altri, specialmente le nuove leve, le daranno per scontate. Abbiamo già menzionato il migliorato sistema di controllo che permette al Sackboy di compiere salti e movimenti più precisi e, di riflesso, a Sumo Digital di proporre livelli più elaborati, e abbiamo anche parlato della fisica, impreziosita da quei piccoli aggiustamenti che rendono l'interazione con gli ostacoli negli stage più appagante che in passato. Ma c'è qualcosa in più negli stage di LittleBigPlanet 3, che forse sono i giochi di luce e la cura con cui sono stati scelti i colori riprodotti, o forse le canzoni anni '50 (Mr. Sandman e Pink Shoelaces nello stesso stage!) o l'assenza assoluta di musica, sostituita da effetti sonori ambientali nitidissimi. Poi incontriamo l'eccentrico attore Marlon Random e lo sentiamo parlare e lì per lì non ci rendiamo conto subito della novità, ma in LittleBigPlanet 3 ogni personaggio secondario è stato completamente doppiato sia nelle sequenze cinematiche sia durante i livelli veri e propri, una graditissima novità che rende l'esperienza di certo più coinvolgente, anche se il parlato spesso fa a pugni con la progressione del giocatore, interrompendosi automaticamente con risultati non proprio gradevoli se si supera il punto cui è associata la riproduzione della traccia.
LittleBigPlanet 3, per incantevole e fantasioso che sia, come sempre, è pieno di piccoli bug e glitch che fanno da contraltare allo sforzo profuso nella creazione di scenari e livelli ricchissimi di dettagli ed effetti speciali, specialmente ora che si sviluppano su più di tre piani di parallasse. Non di rado ci è capitato di veder sparire o riapparire poligoni, texture e modelli durante qualche cinematica, e se questo è francamente trascurabile lo stesso non si può dire dei crash improvvisi che ci hanno chiuso l'applicazione, dei voli nei baratri infiniti spiccati attraverso pavimenti che dovrebbero essere solidi, dei checkpoint che non si aprivano e che ci hanno costretto a ripetere più e più volte lo stesso livello perché morire verso la fine significava non poter rigenerarsi e fissare lo schermo inebetiti. Nel momento in cui stiamo scrivendo queste righe non è stata ancora pubblicata una patch che risolva questi bug fastidiosi, e non ci stupirebbe di scoprire che il giorno dell'uscita i giocatori saranno costretti a scaricare giga di dati per poter giocare: negli ultimi tempi è diventata quasi una moda che ci sentiamo di criticare con forza, quali che siano i motivi che spingano le società a immettere sul mercato prodotti che ci sembra impossibile abbiano superato il controllo di qualità.
LittleBigPlanet 3 - Il trailer di OddSock
L'infinito di pezza
Al di là della modalità Avventura, LittleBigPlanet 3 propone ovviamente l'amatissima modalità Crea che praticamente ha definito l'intera serie e che nei precedenti episodi era anche più importante della campagna da giocare in single o in co-op.
In questo caso non è solo l'Avventura a fare praticamente da tutorial, ma anche la nuovissima Accademia Popit che, appunto, serve principalmente a due scopi: primo, insegna i rudimenti della creazione nell'universo di LittleBigPlanet, insegnando fin da subito a controllare liberamente l'ambiente e i modelli 3D, magari usando il touch pad se si gioca in versione PlayStation 4 (cosa non proprio praticissima, almeno inizialmente, ma limitata opzionalmente alla rotazione e al ridimensionamento degli oggetti) e, secondo, l'Accademia rappresenta un'intelligente collezione di rompicapi enigmistici a sua volta che parte abbastanza lentamente e si fa via via sempre più complicata, mescolando sapientemente le fasi platform alla soluzione dei puzzle che ci sbarrano la strada.
Completati i livelli dell'Accademia Popit, insomma, si ha già una buona infarinatura quantomeno concettuale per quel che riguarda la modalità Crea: è la stessa di LittleBigPlanet 2, per intenderci, sia nell'interfaccia sia nei contenuti, ai quali si aggiungono varie feature, tra le quali gli sbandieratissimi sedici piani di parallasse e la possibilità di creare gadget a piacimento. Soltanto queste due novità dovrebbero lasciare intendere, specialmente ai fan di LittleBigPlanet e del suo editor, le immense potenzialità di questo capitolo. La modalità Crea è una brutta bestia da non sottovalutare, attenzione, nella quale è facile perdersi; per imparare a sfruttarla decentemente sono necessarie parecchie ore di pratica e molta, molta pazienza. I risultati, ovviamente, potranno essere proposti all'enorme community che, a tutti gli effetti, rende questa terza iterazione praticamente infinita per chi si avvicina per la prima volta al franchise: i vecchi giocatori scopriranno che il titolo importa automaticamente i dati dei precedenti LittleBigPlanet, se posseduti, tra DLC e costumi vari, mentre i nuovi si troveranno di fronte ai milioni di livelli custom che la community ha proposto nell'arco di questi sei anni, accessibili da un'interfaccia completa, anche se un po' spiazzante, che li cataloga in base alle valutazioni degli utenti e ad altri parametri.
Pro
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I livelli dell'Avventura più elaborati e ingegnosi
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L'Accademia Popit
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Le potenzialità della modalità Crea
Contro
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I livelli incentrati su Oddscok, Swoop e Toggle sono pochissimi
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Tanti, troppi bug
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Comincia a essere tutto un po' troppo già visto