Tutti gli anni una volta all’anno – Gianfrancesco Lazotti

Creato il 19 novembre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

19 novembre 2013 Lascia un commento

Il titolo e’ incipit e trama, denominatore del soggetto e sua filosofia.
In esso si snodano decenni di conoscenza, amicizia, rapporti, intrighi, segreti e tutto l’ordinario che separa lo straordinario.
Tutti gli anni, una volta all’anno amici di vecchia data s’incontrano a cena, stesso ristorante, stesso ritrovarsi e confrontarsi con una differenza importante pero’, la morte di uno di loro.
Uomini e donne oramai in pensione o alla soglia di essa, chi e’ arrivato e chi no, tutti pero’ con la consapevolezza che gli anni alle spalle sono molti, molti di piu’ di quelli innanzi e la morte dell’amico e’ un macigno sulle spalle di ognuno. Proprio l’amico pero’, attraverso una lettera lasciata in punto di morte, suggerisce di rimettere in corsa un vecchio proposito, una promessa fatta da giovani di vivere tutti assieme gli anni della vecchiaia. Proposito bocciato non all’unanimita’ e su quel voto a favore si snoda tutta la serata e la vicenda.
La prima volta che vidi questo film, lo lasciai prima della fine. Non perche’ non mi piacesse ma quando si e’ piu’ vicini ai 20 anni che ai 40, certi argomenti mettono solo tristezza, proprio perche’ concreti da non volerci pensare.
Oggi che sono equidistante tra i 30 e i 60, ho trovato quantomeno saggio arrivare fino in fondo.
Gli interpreti hanno fatto la storia del teatro, del cinema e della televisione italiana, nomi bellissimi come Albertazzi, Paolo Ferrari, Bonacelli, Buzzanca finanche Gassman e donne meravigliose come Paola Pitagora e Giovanna Ralli e cio’ dovrebbe bastare a destare curiosita’ ed interesse. Il grande schermo li penalizza, come penalizza ogni pièce teatrale di un soggetto che andrebbe gustato in poltrona davanti ad un palcoscenico ma come detto, le forze in campi sono tante e tali da sostenere un soggetto il cui maggior difetto e’ non essere all’altezza dei suoi interpreti. Qualche buon scambio di battute, questo e’ indubbio ma manca la forza dirompente della frecciata al punto giusto, ci voleva quella verve ironica alla Neil Simon per non cadere nel cinismo sardonico che ci caratterizza e in fondo, e’ forte la sensazione che quei magnifici attori potessero essere meglio adoperati.
Comunque un evento.

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