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Il meccanismo è di sicuro effetto, tale da originare stupore in ogni persona che si trova ad averlo tra le mani. Mentre registravo il prestito in biblioteca, la ragazza che era dall'altra parte del tavolo, davanti al pc, mi ha dato un'occhiata ed è rimasta stupita nel vedere il mio particolare interesse a far "muovere il libro". Ha guardato meglio cosa stavo facendo e mi ha detto: "Ma pensi... non me ne ero accorta! E' un nuovo arrivo e non sapevo come funzionasse". Bhè, ora lo sa anche lei...Al di là dell'estetica, il contenuto merita una citazione a se. Nei vari cartoncini vengono proposte delle dichiarazioni attribuite e diversi bambini, provenienti da tutto il mondo, e nel cartoncino che si trova sotto o sopra le parole dei bambini viene fornita una spiegazione: si tratta per lo più di situazioni difficili, rese con le parole di chi tali situazioni si trova a viverle davvero. Un esempio? Fatima, 10 anni, dello Yemen dice: "Mi alzo verso le quattro del mattino, vado a prendere l'acqua, poi sveglio i bambini perchè si preparino per andare a scuola. Io, però, non ci vado...". In abbinamento alle parole di Fatima viene spiegato che nello Yemen le bambine orfane vengono spesso nascoste, nel momento in cui muoiono i loro genitori, per essere sfruttate dalle loro famiglie allargate. Non viene data solo questa informazione in negativo viene anche detto che ci sono dei progetti attuati da alcuni soggetti (nello specifico la fondazione Al Rahma) per mettere fine a questa pratica e permettere alle bambine di vivere come ogni altra bambina della loro età. E questo è solo una delle tante voci che vengono riportate nel libro.
Alfonso, 12 anni, Nicaragua: "Ho 12 anni e combatto. Quando sarò più grande mi piacerebbe essere un bambino". Non credo che un'affermazione di questo tipo abbia bisogno di commenti per rendere l'idea di quale sia la situazione dei bambini soldato nei paesi interessati da conflitti armati.
Tante le testimonianze raccolte, diverse le storie ma un unico, comune denominatore: i bambini sono bambini. Tutti. Qualunque sia la loro origine e la società in cui vivono. Tutti hanno gli stessi diritti: in primis quello di essere dei bambini. E delle bambine, ovviamente.
Le illustrazioni sono di Aline Bureau, i testi di Dieter Berstecher e Thierry Delahaye, la traduzione di Francesca Novajra. E' un libro che consiglio, un utile strumento non solo per i grandi, affinchè riflettano su realtà spesso dolorose ma che comunque offrono una visione positiva sull'affermazione dei diritti dei minori, ma anche per avvicinare i bambini alla conoscenza dei loro diritti e delle tante realtà positive che si occupano della loro affermazione anche in realtà difficili. Difficili e reali. Purtroppo.
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