di Stefano Perri - Anno Domini 2011. Il taglio va di moda. O meglio, la chiacchiera sul taglio va di moda. Il vocabolario della politica sembra essersi inceppato come un disco rotto su un unico ridondante e sempre vincente concetto. Ridurre i costi. Tagliare. Praticamente tutti d’accordo quando di tagli sui costi della politica si parla. I distinguo iniziano quando dalle parole si tratta di passare ai fatti. E a fronte di un parlamento che ogni anno spende milioni di euro per automantenersi anche le Regioni rappresentano una spesa sostanziale per le finanze dello Stato. Alcune più di altre.
Il diritto all’accesso
A tutti i Consiglieri calabresi viene, inoltre, erogato un rimborso spese di trasporto per 20 accessi mensili al Consiglio regionale o al recapito dei gruppi di Catanzaro rapportato al doppio dei chilometri (tradotto: andata e ritorno) che intercorrono tra la propria residenza e la sede del Consiglio o del recapito dei Gruppi moltiplicato per il costo chilometrico rilevato dall’ACI per la vettura dichiarata in uso al Consigliere (che in ogni caso non può superare la cilindrata 2500 CC).
Le Commissioni
E quando un Consigliere fa anche parte (o addirittura presiede) una Commissione regionale il discorso si fa ancora più ghiotto e lo stipendio continua a salire. Anche qui la Calabria detiene un record numerico. Da noi infatti le Commissioni regionali sono ben 10 (sei permanenti e quattro speciali) a fronte delle 8 di Lombardia, Sardegna e Toscana, o delle 6 di Piemonte ed Emilia Romagna. Per i componenti, vicepresidenti e presidenti delle commissioni lo stipendio, tra indennità base e rimborsi, si aggira infatti tra i 12.000 e i 12.500 Euro. Stessa cosa dicasi per il Presidente della Giunta per le elezioni, per il Presidente del Collegio Revisore dei conti e per i Consiglieri Segretari e Questori.
La Giunta
Si sale ancora quando si parla degli Assessori, dei Vicepresidenti della Giunta e del Consiglio con uno stipendio che tra indennità e rimborsi raggiunge quasi i 13.000 Euro.
Il Vitalizio
In Calabria inoltre tutti i consiglieri godono del cosiddetto vitalizio. Un assegno pensione a cui si ha diritto dai 60 anni in poi, a differenza di ciò che avviene in Trentino, Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Basilicata dove per ottenerlo di anni ce ne vogliono 65. La soglia calabrese dei 60 anni può essere in ogni caso incredibilmente anticipata fino ai 55 con una riduzione proporzionale nella misura del 5% del suo ammontare lordo per ogni anno di anticipazione rispetto al 60° anno di età. Un’anticipazione, quella ai 55 anni, in ogni caso riservata ai professionisti della politica che abbiano superato la soglia dei 10 anni in Consiglio o che abbiano pagato i contributi, anche volontari, per il raggiungimento delle due legislature piene. Per ottenere il vitalizio invece basta aver trascorso una sola legislatura in Consiglio e nel caso minimo (5 anni appunto) corrisponde ad una cifra pari al 40% dell’indennità base. Ad esempio per l’indennità base di 8.500 Euro (esclusi i rimborsi) l’assegno-pensione sarà di 3.400 Euro netti al mese. L’importo del vitalizio inoltre aumenta progressivamente con l’aumentare degli anni di mandato. Per un consigliere che ad esempio sia riuscito a sedere sugli scranni di Palazzo Campanella per 16 anni consecutivi (e in giro qualche esempio c’è) il vitalizio è pari all’80% dell’indennità base di mandato, dunque attorno ai 6.600 Euro al mese. Una sorta di vecchiaia dorata.
Il Parlamento Europeo Costi che ai più appaiono senz’altro spropositati, soprattutto quando si affiancano a confronto con quelli delle altre regioni e ancor di più quando il confronto riguarda i deputati al Parlamento europeo che con la riforma dello Statuto in vigore da questa legislatura percepiscono uno stipendio complessivo di circa 7.650 Euro lordi. Ma andando ancora più a fondo nel confronto è interessante equiparare lo stipendio dei consiglieri regionali a quello dei loro colleghi pari grado negli altri paesi dell’Unione Europea.
In Francia
Per la tipologia dell’organizzazione statale, il paese confinante a noi più simile è senz’altro la Francia. In Francia, i conseillers régionaux percepiscono un’indennità commisurata alla popolazione delle regioni che rappresentano. Si va dai 1.500 euro mensili delle Regioni con meno di un milione di abitanti ai 2.600 euro per le Regioni con oltre tre milioni di abitanti. Nel nostro confronto la Calabria rappresenterebbe una Regione media con circa due milioni di abitanti ed uno stipendio per i consiglieri di circa 2.000 euro, quasi sei volte in meno che da noi.
In Germania
Diversa la situazione per la Germania che, essendo un Paese federale, riserva ai Länder competenze più numerose ed importanti di quelle attualmente attribuite alle Regioni italiane. Ci si aspetterebbe quindi che i salari dei parlamentari dei Länder tedeschi siano più elevati di quelli italiani, ma naturalmente le cose stanno diversamente. In Germania, i parlamentari dei Länder ricevono salari determinati in base alle leggi regionali: si va dai quasi 2.300 euro mensili di Amburgo ai 9.500 euro della Renania settentrionale-Vestfalia. Il dato medio si aggira attorno ai 4.500 euro mensili. Quasi un terzo dunque dello stipendio di un consigliere calabrese, pur a fronte di un’economia ben più forte e ricca, e di un’efficacia amministrativa di ben altra qualità.
In Svizzera
Infine la Svizzera, altro Paese federale, al quale soprattutto negli ultimi tempi di federalismo imperversante l’Italia guarda come un modello di efficienza. In Svizzera, i Cantoni hanno competenze e poteri molto maggiori anche dei Länder tedeschi, ma i membri dei parlamenti cantonali percepiscono un salario mensile pari a zero euro. In Svizzera la politica non è considerata una professione. Anche i consiglieri comunali ed i parlamentari nazionali non ricevono nessuna remunerazione, ma svolgono le loro professioni di sempre ed al contempo partecipano alle sedute dei parlamenti. Inoltre il tasso di assenteismo è bassissimo se paragonato a quelli italiani.