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Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One Piece

Creato il 04 febbraio 2015 da Sommobuta @sommobuta
Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One PieceL’anno scorso l’amyketto Dellimellow ha rischiato una fatwa da parte della categoria “cosplayers” per aver “osato” sollevare qualche critica al loro mondo fatato.
Per dire: ce la vedete una cosplayer di Memole alta un metro e una vigorsol lanciarsi contro ‘nu piezz’ d’omm’ comm’ a Dellimellow?
Poi è successo che gli sono arrivate pure un bel po’ di informazioni interessanti riguardo i cosplayer del mondo di One Piece – e limitatamente alla gara tenutasi al Lucca Comics&Games 2014 – ; e quindi “il Grandissimo” ha deciso di andare a fondo in questa faccenda.
E di cagare il cazzo pure a me, condividendo tali cosucce col sottoscritto*.
Potevamo quindi, noi amyketty uanpisosi, non indagare e non rompere le bolle a chi di dovere, dato che questo contest è stato messo sotto la lente d’ingrandimento da parte di molti partecipanti?
Ma assolutamente no!
Non potevamo sottrarci al nostro arduo compito sancito dal patto di sangue dei #massimiesperti. Soprattutto perché molte cose di questo Contest Cosplay su One Piece non sono chiarissime.
Sembra ci sia stata poca trasparenza nell’organizzazione.
Sembra ci sia stata poca chiarezza nel gestire il tutto.
In buona sostanza: gli organizzatori “hanno fatto gli imbrogli”?
E poi: perché io e dellimellow ci impelaghiamo in queste cose per farci nuovi amyketty?
Scopriamolo insieme!
Al Lucca Comics & Games 2014 si è tenuto il One Piece Pirate Warriors Italian Contest, ovvero la gara cosplay uanpisosa sponsorizzata nientepopòdimenoche da Namco Bandai. Per l’occasione, uno dei curatori dell’evento mi ha contattato a inizio ottobre per chiedermi se fossi stato disposto a partecipare come giudice per la gara. Per il mio viaggio Londra-Lucca, soggiorno, biglietto alla manifestazione e lavoro alla gara (diverse ore) sarei stato pagato non con “vil moneta”, ma in visibilità.
Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One PieceCortesemente, ho rifiutato l'allettante invito
Ad ogni modo, al termine della gara, vincono ben 25 persone (che andranno a Parigi, spesati da Namco Bandai, ad esibirsi per la gara cosplay internazionale di One Piece). Solo che qualcuno tra i partecipanti inizia a mugugnare, perché alcuni riscontrano stranezze o anomalie nel novero dei vincitori. Sembra infatti che diversi concorrenti, tra i 25 vittoriosi, fossero persone conosciute, “amici di amici" dei giurati, nonché ragazzi molto vicini all’organizzazione dell’evento.
Potrebbe essere il solito GOMBLODDO!!11!!11 delle solite malelingue (su tutti, dellimellow, eterno rosikone, e io, che mi sono sottratto a cotanta “visibilità”), se non fosse che ci sono foto che testimoniano queste relazioni amicali piuttosto strette.
Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One PieceFotina scattata prima della Gara
Per carità: niente di male ad essere amici di organizzatori di eventi.
La domanda però è lecita: quant’è conveniente che uno o più giudici di una gara pubblica, dove partecipano molte persone che hanno investito tempo, soldi e danaro per la loro passione, si trovino poi a giudicare i loro stessi amici?
Per dire: sarebbe come se Berlusconi, in uno dei suoi processi, fosse giudicato da Ghedini.
Ad ogni modo, potrebbe non essere un problema.
Si può facilmente immaginare che la gara cosplay sia stata disciplinata da regolamenti seri e oggettivi che hanno tutelato tutti i partecipanti. In questo modo, qualsiasi giudice, anche “di parte” o “amico di”, non può essere soggetto a critiche di sorta. Con un regolamento chiaro, le sue decisioni, prese attraverso uno spettro di criteri noti a tutti, diventano intaccabili.
Per dire: se ogni giudice elargisce un voto da 1 a 10, valutando gli aspetti del vestito del cosplayer, i suoi accessori, la somiglianza col personaggio che sta interpretando, e la bontà generale della sua esibizione, e lo fa pubblicamente, mostrando le sue votazioni, nessuno potrebbe mai dire nulla, vero?
Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One PieceFoto parziale dei vincitori
E invece pare che così non siano andate le cose. Sembra che i giudici abbiano premiato i cosplayer non in base a criteri oggettivi, ma secondo il proprio gusto e piacere personale. Il che è un gran bel problema. Secondo il regolamento della manifestazione i giurati dovevano secondo un peculiare metro di giudizio. Ma mai nessuno ha visto queste schede di valutazione.
Il che, aggiunto alla faccenda del circolo delle foto degli amyketty, immagino possa rendere la cosa un leggerissimamente irritante…
Sorvolando poi sul fatto che buona parte dei vincitori fossero vestiti esattamente come le controparti uanpisose videludiche, sfruttando quindi il vantaggio dato dal fatto che la gara era sponsorizzata da Namco Bandai (per dire: sarebbe come se io partecipassi a un concorso di scrittura patrocinata dalla BIC e mi presentassi con zaino, astuccio e penne esclusivamente BIC) c’è un aspetto che ha infastidito molti: lo stravolgimento di parte del regolamento.
Una delle vincitrici, una cosplayer di Nami, si è esibita facendo funzionare i suoi “Clima Tact”, che sprigionavano fumogeni.
Peccato solo che il regolamento lo vietasse esplicitamente.
Tutti i dubbi sul Contest Cosplay di One Piece
Molti dei partecipanti asseriscono che, proprio causa regolamento, non hanno potuto portare in scena nemmeno una sigaretta. Mentre invece la cosplayer di Nami pare abbia detto di avere avuto il permesso di utilizzare quei fumogeni.
Se sì, da chi? E perché?
Ma soprattutto, chi ha dato il permesso di stravolgere il regolamento pregresso, consentendo di violarlo apertamente, e solo per alcuni cosplayer?
In ogni caso sia io che il buon dellimellow (poiché quest’articolo, e ci teniamo a specificarlo, nasce in collaborazione) ci teniamo a ricordare che il mondo cosplayer ha un’importanza enorme nella diffusione del fumetto (e in questo caso, trattandosi di One Piece, del manga) dal punto di vista culturale. Ed essendo il cosplay un hobby (per non dire “un’arte”) con un enorme seguito di appassionati, sia io che dellimellow, (che pure del mondo del fumetto siamo appassionati a nostra volta) abbiamo voluto sollevare qualche interrogativo più che legittimo su di una faccenda che sta cuore a molti.
Quelle appena poste sono domande alle quali, immagino, farebbe piacere a tantissimi ricevere una risposta.
Sarebbe opportuno che gli organizzatori di quest’evento fossero più chiari riguardo questi punti, in modo da garantire a tutti i partecipanti, anche per le prossime manifestazioni, onestà e trasparenza.
Non trovate?
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*Chè si sa, i “grandissimi”, coi “sommi”, van sempre d’accordo e a braccetto.
**Non di natura sessuale però. Non ancora, per lo meno.

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