Il direttore (Italiano) del Locarno Film Festival, Carlo Chatrian.
Ieri, alla conferenza stampa di presentazione qui a Milano del prossimo Locarno Film Festival (6-16 agosto), il presidente Marco Solari ne ha orgogliosamente parlato come del “maggior festival in italiano fuori dai confini italiani”. Dunque, obbligatoriamente, istituzionalmente attento al nostro cinema, da sempre. Illustrando il programma, gigantesco come ormai in ogni festival diciamo così generalista, da Cannes a Berlino a Venezia, il direttore (valdostano) del LFF Carlo Chatrian ha voluto sottolineare la partecipazione italiana, che si insinua in parecchi modi e in parecchie sezioni. Vediamo un po’ in dettaglio (in ogni caso, se volete dare un’occhiata a tutto quanto c’è in ballo, andate al sito ufficiale). Con un’avvertenza. Oggi, in tempi di coproduzioni allargate e collaborazioni senza frontiere, è sempre più difficile attribuire una connotazione nazionale a un film.
Nel Concorso internazionale. Nella maggiore sezione competitiva del Festival, quella in cui si corre per il Pardo d’oro, solo un film italiano. Si tratta di Perfidia, opera secondo del 32enne regista sassarese Bonifacio Angius. Una sorpresa, visto che Angius è nome al di fuori dei più conosciuti e battuti circuiti del nostro cinema. L storia ruota intorno a un complicato scontro padre-figlio. Chatrian ne ha parlato molto bene. Stiamo a vedere.
Nella sezione Cineasti del presidente: la seconda nel ranking locarnese, con un altro pardo in palio. L’equivalente di Un Certain Regard di Cannes e Orizzonti a Venezia. Anche qui solo un film italiano. O, almeno, di un regista italiano, Simone Rapisarda Casanova, siciliano di origine però dislocato da anni in Canada. E difatti il suo La creazione di significato è coproduzione italo-canadese, annunciato come un ibrido (l’ennesimo) tra documentario e fiction.
In ‘Pardi di domani’. In questa sezione-concorso dedicata ai corti ecco San Siro di Yuri Ancarani e La baracca (The Shack) di Alessandro De Feo e Federico Di Corato.
In ‘Signs of Life’. La sezione, arrivata al secondo anno, che intende esplorare il nuovo del cinema, le due frontiere, le sue esplorazioni. Tra i film anche Amori e metamorfosi dell’israeliana, oggi operante in Italia, Yanira Yariv.
Fuori concorso: quello che le note ufficiali del festival definiscono “uno spazio aperto alle opere di maestri del cinema e registi di rilievo internazionale”. Accanto a Jean-Luc Godard (con il suo Adieu au langage visto a Cannes) e Jean-Marie Straub (A propos de Venise), ecco un italiano, il documentarista – ma le etichette oggi stan strette nella generale mescolanza dei generi e degli stili – Gianfranco Pannone con Sul vulcano, indagine sulla vita e le vite all’ombra del Vesuvio.
La retrospettiva Titanus. Locarno è anche la sua retrospettiva, appuntamento irrinunciabile per chi ama il cinema. Negli ultimi anni dedicata a maestri americani (Cukor, Minnelli, Preminger), è invece stavolta tutta italiana. Un percorso attraverso i titoli più famosi, importanti, anche curiosi e eccentrici, di una delle case di produzione che han fatto grande il nostro cinema, e delle più longeve, visto che il marchio è tuttora sul mercato. Casa retta da una famiglia di entusiasti cine-imprenditori, i Lombardo, capaci di passare dall’intrattenimento e dal cinema per tutte le platee agli azzardi di quello d’autore. Decine e decine i titoli che verranno proiettati a Locarno. Dal nazional-popolare di Poveri ma belli e Pane, amore e fantasia a I magliari di Rosi, Banditi a Orgosolo di De Seta, I giorni contati di Petri, La prima notte di quiete di Zurlini. Fino a quello che è il film-marchio della Titanus, il suo stemma araldico, la sua produzione più prestigiosa, e anche quello che rischiò di mandarla in bancarotta, Il Gattopardo di Luchino Visconti. (Io non vedo l’ora di vedermi un film dei primi anni Sessanta, Il demonio di Brunello Rondi).
In Piazza Grande. Davvero il più grande cinema all’aperto d’Europa. Ogni sera la Piazza Grande di Locarno si strasforma, col suo schermpo gigantesco, in luogo di proiezioni affollatissime (sono ben ottomila i posti). Qui passano i film di maggior richiamo, quelli che hanno come mission di sedurre il pubblico, mica solo gli addetti ai lavori. Di italiano nel programma della piazza c’è sIl Gattopardo, dalla retrospettiva Titanus. Un film solo, però che film.
Gli ospiti. Dario Argento ha assicurato la sua presenza alla proiezione di L’uccello dalle piume di cristallo, anche questo nella retrospettiva Titanus. Val la pena ricordare che fu il suo primo film, e fu qualcosa che rivoluzionò il panorama del thriller. Sempre nella rassegna dedicata ai film di casa Lombardo verrà dato anche Rita la zanzara di Lina Wertmüller, molto più di un musicarello, e a Locarno, straculto!, ci sarà la protagonista Rita Pavone.