A metà gennaio il Villarreal è ancora in lotta su tre fronti: occupa un posto nelle piazze europee in Liga, si è qualificata per la fase finale dell'Europa League e per i quarti di Copa del Rey. Le uniche stagioni in cui a metà gennaio era messa così bene furono la 2007/08, conclusa con il secondo posto in classifica, l'eliminazione ai sedicesimi in Europa e ai quarti in coppa nazionale, e la 2010/11, che regalò il quarto posto in campionato, una semifinale in Europa League e solo i quarti in Copa del Rey. Ma a differenza delle due campagna citate sicuramente questo Sottomarino è meno attrezzato per ambire a grandi traguardi, ha una rosa giovanissima e una panchina corta, molti debuttanti e più che il frutto di anni di progettazione può essere considerato la base degli anni a venire.
Ha chiuso il suo miglior girone d'andata fuori casa con 17 punti su 30, ed è stata l'unica squadra della Liga ad aver perso una sola volta in trasferta - Real Madrid, Barcellona e Valencia sono cadute due volte su nove tentativi, il Villarreal ne ha giocate già dieci anche se mancano ancora Bernabéu, Camp Nou e Mestalla. Ha battuto il suo primato di partite consecutive in rete, fissato a tredici dal Villarreal di Manuel Pellegrini, ma la striscia che ora ha raggiunto le ventuno gare è tuttora attiva, ed è stata a un soffio dall'eguagliare gli otto successi di fila (primato sempre del Submarino del Ingeniero) fermandosi a sette contro l'Elche.
Ha espugnato il Vicente Calderón dopo nove mesi d'imbattibilità assoluta colchonera, e diciannove in campionato, vale a dire dopo 27 gare in cui l'Atlético Madrid non rimaneva a secco fra le proprie mura, estorcendo i tre punti sul campo del campione in carica come non gli accadeva da dodici stagioni, quando prese i tre punti al Mestalla nel 2002/03, e si tratta della terza volta in assoluto considerando anche il successo al Campo Nou nell'anno dell'esordio in massima serie. Ha tutt'ora una striscia d'imbattibilità attiva che ha raggiunto quota quattordici incontri, il che può essere considerato un record se ci riferiamo alle singoli stagioni in cui il Submarino amarillo si era fermato a tredici (vedi Pellegrini, M.), ma che può ancora raggiungere quota diciassette come già riuscì a fare a cavallo tra il 2007/08 e il 2008/09.
Tutto questo senza Musacchio, bloccato in infermeria per tre mesi e mezzo, senza Cani, relegato in panchina prima e scaraventato sul mercato poi, e senza Giovani, alle prese con infortuni e cali di forma in alternanza epilettica, ovvero i tre pilastri della scorsa magica stagione. A riprova del fatto che questa squadra non scarica il peso sui suoi uomini migliori ma è stata costruita su un impianto di gioco solido in grado di funzionare a prescindere dei propri interpreti. Gli eroi di quest'annata si chiamano Gabriel, Chéryshev, Vietto, ma l'unico vero artefice è sicuramente Marcelino. Dal finale di stagione non ci si dovrebbe aspettare la consacrazione di una vita : centrare il quarto posto, una finale europea o la coppa nazionale sembrano ambizioni alternative più che concomitanti, e comunque difficilmente raggiungibili con quest'organico, ma sognare non costa nulla.