Una maglia, duecentocinquantatre partite: nella serata di venerdì Juan Carlos Navarro ha superato Theodoros Papaloukas ed è diventato il giocatore più presente nella storia dell’Eurolega. All’età di trentatré anni, la guardia del Barcellona ha scritto l’ennesima pagina della sua leggenda: la sua straordinaria continuità di rendimento e i grandi risultati dell’armada blaugrana stanno trasformando il libro d’oro della massima competizione cestistica europea nell’album dei ricordi di uno degli esterni più forti di sempre.
I segreti di Juan Carlos Navarro si celano nello strepitoso decennio catalano: il ragazzino terribile della masia si è rivelato al mondo nello stesso periodo in cui il suo grande amico Pau Gasol dominava in lungo e in largo la Liga ACB e la Copa del Rey. Gli scout NBA notarono subito lo straordinario talento di quell’aggraziato spilungone e lo strapparono presto all’abbraccio del suo pubblico; il genio di Navarro non passò inosservato, ma non lasciò un segno indelebile sui taccuini degli osservatori poiché la “forza” di quel “corpicino” non sembrava adatta ai palcoscenici d’Oltreoceano. Mentre Gasol gettava le basi della sua leggenda di emigrante fra Memphis e Los Angeles, il suo amichetto si preparava a diventare Re Juan Carlos. Il titolo di Campione d’Europa del 2003 non poteva bastargli poiché quel Barça era la squadra di Bodiroga, Fucka e di un ragazzo lituano che, prima di tornare sulle ramblas per una nuova – e più sfortunata – parentesi, avrebbe fatto un po’ di strada anche altrove: Šarūnas Jasikevičius.
Navarro si adattò al ruolo di talentuosa comparsa poiché sapeva che il futuro blaugrana sarebbe stato suo: non si sbagliava. Se si fa eccezione per la buona parentesi NBA – nella quale indossò la stessa maglia che aveva visto esordire il suo amico Gasol, quella dei Memphis Grizzlies – che visse alla fine della prima decade del nuovo secolo, Juan Carlos divenne ben presto il principale punto di riferimento di tutti gli esterni “offensivi” d’Europa. Il 2010 fu l’anno della sua definitiva consacrazione: il secondo titolo continentale del Barcellona gli portò in dote il trofeo di MVP delle Final Four – nella stagione precedente era stato nominato miglior giocatore dell’intera manifestazione – e una scorpacciata di punti, che lanciarono la sua rincorsa ai vertici della classifica dei marcatori all time.
Oggi, Re Juan Carlos detiene nove primati assoluti e minaccia seriamente un altro record: la leggenda del Barcellona non guida solamente la graduatoria dei realizzatori (3.416 punti), ma domina anche quella della valutazione (3.269). Oltre ad essere il giocatore che ha segnato (494) e tentato (1.291) più conclusioni dall’arco, è diventato il più proficuo realizzatore (700) e procacciatore (821) di tiri liberi, nonché il più assiduo scorer della manifestazione (1.111 canestri su 2.507 tentativi, entrambi record all time). Dopo aver conquistato il primato nella classifica dei match disputati, Navarro vuole prendersi anche quello dei minuti giocati: l’ex-playmaker del CSKA Mosca JR Holden ha solo 19 giri di lancette di vantaggio su di lui e rischia di subire molto presto un sorpasso tanto scontato quanto inesorabile.
Soltanto Diamantidis e Spanoulis sembrano reggere – almeno in parte – il confronto statistico e carismatico con lui. Questi tre giocatori rappresentano la massima espressione di quel basket europeo che preferiva la gloria e l’espansione del Vecchio Continente alle lusinghe della NBA: in un’epoca in cui le stelline attraversano subito l’Oceano per seguire i loro sogni a stelle e strisce, i loro record fanno tremare le vene dei polsi.
Chi riuscirà a batterli?