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Così, come è successo per Moretti ad esempio, ecco che qualche anno fa presi le distanze dal cinema di Paolo Virzì. La butta in caciara, filma caricature, tante ne dissi contro costui. Mi rammentavano che a me i suoi film erano sempre piaciuti, si ricordano di aver visto la VHS originale di Baci e Abbracci, a casa mia . In bella evidenza. Si,ma era deriva borghese e bla bla bla.
Tutto questo processo mi serve per verificare se poi un tal artista è diventato talmente importante da sentir il bisogno di riprendere il discorso interrotto, ricominciare a rientrare in sintonia.
Spesso capita, con qualcuno no. Chiaramente con Virzì le cose sono andate bene.
Si, io amo il suo cinema.
Film che non considerai di striscio quando uscì al cinema,anche perché molti me lo giudicavano come opera minore, transitoria,debole. Quindi non mi presi mai la briga di dargli uno sguardo.
Sai quando ti rendi conto di aver fatto una cazzata? Ma non piccola eh! Grande e tanto. Eccola qui.
La pellicola in questione infatti è una commedia dolce amara assai interessante e riuscita. Un film fatto di sorrisi e lacrime, di amore . Sopratutto questo: tanto amore. E le difficoltà legate ai problemi che le coppie devono superare. In questo caso: la maternità e paternità. Visto che Guido e Antonia non riescono ad aver figli.
Imbarazzo generale di amici e famigliari, a volte forse anche immaginato, i due passano attraverso diversi interventi, cure, visite mediche, pur di mettere al mondo un figliolo.
Problema che si aggiunge ai tanti che vivono le coppie della mia generazione. La precarietà sul lavoro, o comunque una certa insoddisfazione legato ad esso, i rapporti con i genitori e famiglia tra sgangherata indipendenza e voglia di tornare all'ovile, il risveglio dai sogni di gloria,quando comprendi che la vita alternativa è un'utopia che stanca subito. Ma vorresti tanto stancarti in quel modo di stare ed essere al/ nel mondo. Il dover prendere responsabilità e conseguenze precise, la paura della solitudine, la difficoltà a portare avanti una relazione e coltivare le amicizie.
Guido è una persona meravigliosa. Come tanti uomini ama la sua donna. Come molti condivide un problema,cerca la soluzione,talora non comprende la complicata esistenza femminile con i loro tanti bisogni e non detti, e problemi di stima , ma lui è presente.Sempre,tanto che anche nel momento della crisi più acuta quando lei vorrà troncare ogni rapporto, lui farà di tutto per non abbandonare una relazione che non merita di finire. Di dissolversi.
Guido è un ragazzo, un uomo dolce e comprensivo. Ha una enorme cultura , che non è solo vezzo,ma un modo di vivere la sua vita, di leggere e riflettere sul mondo. Un uomo tranquillo, forse di quelli che vengono considerati dei pirla perché rispettosi, generosi, pronti a riflettere ,a discutere.
Lei , ( Antonia), avverte la distanza da un passato non del tutto risolto di ribelle senza causa, di musicista indie, di artista. Un rapporto difficile con la famiglia, sentita e vissuta come una prigione dalla quale evadere, tormentata dal suo non esser madre. Impulsiva, fragile. Bel personaggio
E questa è la forza assoluta di questo piccolo,grande film: i personaggi. Così umani, veri,reali, così ben scritti che io subito li ho visti come fossero amici miei. Mi sono lasciato coinvolgere da quanto capiti a loro. Il loro calvario alla ricerca di un figlio che non arriverà, l'amore in difficoltà per via di codesto problema, le diversità di carattere, gli scontri e la riappacificazione .Tutto descritto molto bene. Con sequenze meravigliose,( come il viso della donna che da sorridente diventa sempre più triste alla notizia del fallimento di una inseminazione artificiale, la litigata con la vicina di casa perché Antonia è stata fuori tutto il giorno con la figlioletta di costei), una sana e forte empatia nei confronti dei personaggi, una buona fotografia. Una Roma diversa,ma sempre viva .
Una commedia non sciocca, caciarona, televisiva, mostruosamente mediasettiana. Ma una commedia italiana fatta secondo tradizione, seppure girata come si deve fare cinema nel duemila.
Si affrontano temi seri, ma con una leggerezza che non è superficialità bensì attenzione e rispetto per i personaggi.
Una nuova prova che Virzì sia un grande regista. E io che cazzo ti criticavo a fare?
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