Tutti i santi giorni - Paolo Virzì (2012)

Creato il 11 ottobre 2012 da Lakehurst
(Id.)
Visto al cinema duranti gli incontri del cinema d'essai di Mantova.

Dopo anni Virzì realizza il suo primo film romantico tout court; niente risvolti politici, niente critiche sociali, solo una storia d'amore vera e propria.
Ovviamente essendo Virzì alla regia (e Bruni alla sceneggiatura) la storia è trattata in maniera fantastica i due protagonisti sono cesellati (soprattutto la protagonista femminile) immersi nel classico mondo macchiettistico. Ci sono continue strizzatine d'occhio comiche e diverse scene grottesche sulla scia dei film precedenti.
E poi, francamente, Virzì è l'unico che pur essendo provinciale e supponente nel descrivere i buoni ed i cattivi (l'ignoranza è  di chi guarda le partite la domenica e gli piace Grazie Roma; mentre chi è intelligente o è un artista vero o conosce a memoria tutti i santi proto-cristiani) e ruffiano nel mostrare i sentimenti, riesce comunque a narrare perfettamente ogni racconto e a farsi perdonare queste due pecche che immancabilmente mette in tutti i film.
Ovviamente è fotografato perfettamente e gli attori (i protagonisti intendo) sono utilizzati al meglio; ci sono le solite scene di pianto trattenuto e di sentimentalismo spinto (spesso mischiato all'ironia come già si diceva), anche se non riesce a raggiungere i picchi di "Tutta la vita davanti".
Di diverso dal solito ha il finale. Se usualmente i film di Virzì finiscono con una vittoria morale del protagonista che sembra una sconfitta, questo film finisce all'opposto, con una sconfitta travestita da vittoria; o a volerla vedere diversamente con un semplice venire a patti con la realtà che circonda i personaggi, nessuna vittoria e nessuna sconfitta, solo l'adattamento al mondo.
PS: poi devo ammettere che stavolta Virzì mi ha messo in un solo film i tre dialetti italiani che preferisco (per motivi diversi).

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