Grazie a Lara e a Vincenzo che mi hanno fatto compagnia.
I consiglieri che ho incontrato li ho trovati piuttosto sulla difensiva. Imbarazzo. Ferrero l’unico che mi abbraccia e mi dice birichina che io traduco in un complimento. Cognetta mi fotografa e fila via. Roscio sorride tranquillo: non è un politico di professione. Chatrian mi guarda dritto negli occhi per dirmi che lui è estraneo a qualsiasi faccenda, come se lo avessi colpevolizzato di qualcosa. Certan mi bofonchia un discorso confuso sul noi-insieme… . Viérin saluta Camminiti e tira dritto. Isabellon fa una battuta che non ricordo, ma non si ferma. La Torre dice di aver accusato il colpo. Fosson, per lui non esisto. Gli altri scivolano. Nessuno che si fermi quell’attimo in più per chiedermi scusa. Una scusa non personale, certo, ma simbolica. Nessuno che si faccia carico degli errori commessi dalla politica e si cosparga in segno di espiazione il capo di cenere. Al contrario ho avvertito una chiusura a riccio in difesa della categoria. Chi in un modo chi in un’altro, ma entrambi accomunati dallo stesso tetto. Lo politica valdostana non esprime grandi personalità, questioni di numeri, però gli stessi numeri esprimono eccellenze nella società civile, chissà come mai?