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Creato il 14 dicembre 2015 da Plus1gmt

Mia mamma non si ricorda l’ultima volta in cui è stata al cinema. Cioè non è che proprio non si ricorda, dice così come quando si vuole sottolineare il fatto che è trascorsa un’infinità di tempo dall’ultima volta in cui si è fatto qualcosa. Ci tengo a rimarcarlo proprio perché quando si parla di anziani e memoria è sempre bene andare a fondo delle cose. Mi racconta del concerto di Peppino Di Capri a cui ha assistito con mio papà all’Astor – che era un cinema-teatro che non esiste più – quando erano ancora fidanzati e delle serate trascorse da giovane a vedere film nelle sale sature del fumo delle sigarette accese e della puzza dei mozziconi spenti, a questo proposito pensate a come è migliorata la qualità della vita degli esseri umani da quando è stato imposto il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Non ci si crede: qualche giorno fa in treno un tizio un po’ spostato si è acceso una sigaretta seduto sui gradini e il flashback è stato devastante: come abbiamo potuto convivere per secoli con tali esalazioni rimane un mistero. E anche i miei genitori fumavano al cinema, ma questo appunto talmente tanti anni fa che mia mamma non si ricorda di avere visto un film sul grande schermo.

Non credo volesse farmi sapere che le piacerebbe essere accompagnata al cinema, perché me l’avrebbe chiesto direttamente e poi da quando mio papà non c’è più è ancora più restia di prima nel mettere il naso fuori di casa. Ma il punto è che mi ha fatto riflettere su quante volte mia moglie ed io abbiamo accompagnato al cinema nostra figlia. Magari mi sbaglio, ma credo che per un bambino vedere un film con i genitori sia un’esperienza divertente. Anche in questo caso, oramai del passato. Mia figlia si spara tutti quei film per adolescenti che vanno di moda ora tipo Hunger Games o Maze Runner e di certo non vuole adulti tra le palle durante la proiezione ma solo amiche fanatiche come lei. Ma prima che i feromoni prendessero il sopravvento ricordo bei momenti passati insieme a vedere cartoni o film intelligenti.

E dato che probabilmente ci comportiamo con i nostri figli come avremmo voluto che i nostri genitori si fossero comportati con noi, o magari invece facciamo così perché loro l’hanno fatto con noi e la cosa ha funzionato, il passaggio successivo della mia riflessione è stato che anch’io non ricordavo l’ultima volta in cui ero stato al cinema con mia mamma e mio papà. Anzi, se proprio devo dirla tutta, secondo me tutti insieme non ci siamo mai andati. Ho ancora vivi nella memoria certi film visti solo con mio papà nel vecchio cinema Verdi del paesino in cui soggiornavamo in estate. Titoli del calibro di “Dove osano le aquile” o “Il corsaro nero” con Tony Renis, giuro, in cui c’è una scena in cui ci sono degli uomini su una scialuppa e uno chiede al personaggio interpretato da Tony Renis “Tu chi sei?” e quello risponde con il suo nome che non ricordo, e mio papà ha gridato “Ma va, tu sei Tony Renis”. Al cinema in città invece abbiamo visto insieme “Lo squalo”, roba che poi ho avuto paura per il resto della mia vita.

Ma la questione aperta è perché non siamo mai andati tutti insieme, loro, io e le mie due sorelle. Forse perché in cinque al cinema era un investimento mica da dopo. Lo facevamo anche noi: a meno di occasioni speciali o proiezioni al cinema parrocchiale, il cartone animato nel multisala a dieci-dodici euro a zucca lo si vedeva in due, non in tre. Fino a quando poi è subentrato l’espediente del film con le amichette, in cui entrano solo i bambini – quindi si paga un biglietto – e i genitori stanno fuori ad aspettare o vanno ad assistere a uno spettacolo più interessante. Forse la formula dei miei era la stessa, forse non era così comune fare le cose tutti insieme, forse andare al cinema era un’occasione speciale e lo si faceva una volta l’anno magari il pomeriggio di Natale e basta.



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