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“Tutti pazzi per Oliver!” di Bob Graham, Giralangolo

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

olivercop“Tutti pazzi per Oliver!” di Bob Graham, edito da Giralangolo in un bel formato grande e quadrato, è un albo che indubbiamente mette parecchia allegria.
Veicolo di messaggi lieti, sereni e rassicuranti, supportati anche da vivaci e briose illustrazioni, il libro è animato da personaggi simpatici, che risultano subito familiari al lettore e che infondono un’idea di famiglia affettiva ed accettante.

Sia che si segua pedissequamente la storia, dalla chiara impronta animalista, che celebra il legame che si crea tra un animale domestico e i suoi umani di riferimento, sia che si preferisca un’interpretazione più pedagogica, di valorizzazione e protezione dell’esuberanza e lo spirito vitale tipici dell’infanzia, l’albo resta comunque godibile e divertente, leggero e gioioso.

Nella famiglia di Matilde, composta dalla bambina e da due giovani genitori, sbarazzini nel look, sono arrivati – dal canile, si badi bene! – due nuovi amici pelosi.
Ma mentre Rosy è una cagnona pigra, tranquilla ed ubbidiente, lo stesso non si può dire per Oliver che è, invece, vivacissimo e incontenibile.

Già nel momento in cui ci viene presentato, quel canetto piccino bianco e nero, dalle orecchie penzolanti e il musetto birichino, ci fa parecchia simpatia.
E, per dirla tutta, pare proprio che lo stesso sentimento sia ben condiviso da Matilde, dalla sua mamma e dal suo papà, lo sguardo dei quali verso Oliver è bonario e divertito.

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Dov’è quindi il problema? Bhe, pare che il piccolo quattrozampe di guai ne combini davvero troppi e che, se in società bisogna pur stare, è necessario che qualcuno lo educhi.
Ed ecco che spunta all’uopo l’annuncio perfetto: un servizio efficiente e rapido di addestra-cuccioli è disponibile in città per tutti quegli animaletti che escono un po’ dalle righe.
La famiglia quindi, forse più per dovere che per effettivo convincimento, si decide a rivolgersi a questi professionisti, i quali, nella persona di un severo sergente, dall’austero cipiglio e i modi rudi, si presentano a casa loro.

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Povero Oliver! Sottoposto a esercizi di vario tipo – senza, per fortuna, che nessuno abbia il coraggio di usare il terribile collare a strozzo – inizia a perdere gran parte della sua effervescenza, tanto che i suoi affettuosi padroncini si sentono via via sempre meno convinti della strada intrapresa…

Forse il sergente è troppo severo? Forse il cucciolotto non è più felice? Ma tra una domanda e l’altra, ecco che ci pensa lo stesso Oliver a risolvere la questione, mostrando di essere sì un cagnolino incorreggibile ma sicuramente dotato di un gran cuore e capace di donare affetto anche a chi sembra…non meritarlo!

In un finale gioioso che unisce i buoni ai meno buoni, ciascuno arriva a far pace con la propria indole, sancendo che in una famiglia serena e piena d’amore c’è posto per tutti, anche per chi è meno pacato. Basta volersi bene e sapersi adattare.

Una storia forse non tra le più originali e imprevedibili, ma raccontata con parole e immagini spontanee, allegre e giocose che sanno catturare l’attenzione dei bambini, far sorridere e divertire.

Ho molto apprezzato il modello familiare che viene proposto che pur nel suo tradizionalismo – mamma, papà e figlioletta –suggerisce una precisa vena anticonformista e di non assecondamento degli stereotipi (ad esempio la mamma forzuta e tatuata – ma gentilmente – e il papà che appare nei modi una figura di cura di riferimento).
Inoltre rappresenta una famiglia rassicurante, perché infonde nel bambino un’idea di affettività allegra e naturale, di una comunicazione attiva e presente.

Importante anche il ruolo che gli animali da compagnia rivestono all’interno della piccola comunità famigliare, dove sono accolti come membri effettivi e degni di attenzione, rispetto e coccole, ritenuti al pari esatto degli altri componenti umani.
Questo è un ottimo messaggio da passare ai piccoli lettori, visto che spesso i bambini si trovano a desiderare un cucciolo senza avere ben chiaro l’impegno, anche in termini di amore, che c’è dietro la scelta di prenderne uno in casa.
“Dovremmo essere sempre gentili con i nostri cani” asserisce Matilde di fronte all’arcigno sergente. E questo è un concetto che forse non tutti i padroni di animali domestici hanno chiaro.

Ovviamente, e piuttosto esplicitamente, l’albo presenta anche una chiave di lettura centrata più prettamente sull’infanzia e sui suoi bisogni, sulla necessità di non soffocare le indoli più esuberanti – o problematiche – con l’inquadramento, con forme di educazione standard che non tengono conto della bellezza e della complessità dell’unicità.
Questo può essere da un lato uno spunto di riflessione per i lettori adulti, dall’altro una profonda rassicurazione per i bambini: “i genitori, o chi ti ama, tiene in gran conto i tuoi sentimenti e ti accetta anche se esuli da una presunta normalità, se sei chiassoso, se combini guai o eccedi in vivacità perché l’importante è avere accanto te, nella tua specialità, piuttosto che un diverso conforme”.

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Le illustrazioni sono buffe e briose, in un rapporto di fedeltà al testo che, pur essendo semplice e accessibile, è comunque piuttosto dettagliato e lascia poco spazio al non-detto o al gioco dialogico con le figure (le quali, piuttosto, sostengono e rinforzano la parte letterale).

Da menzionare la presenza, tra i risguardi di prima e quarta di copertina e la doppia pagina dedicata a titolo e informazioni editoriale, di una sorta di brevi prologo ed epilogo illustrati.
Due scene distinte ambientate nello stesso luogo me in tempi diversi che propongono la medesima situazione risolta in maniera differente.
Questa piacevole trovata narrativa permette sia di introdurre il tema del racconto e le peculiarità caratteriali dei protagonisti, sia di fissare e sottolineare la morale affettiva raggiunta durante lo svolgimento della storia.
Inoltre, a mio parere, essa fissa una sorta di continuum temporale che conferisce un piano di realtà ai personaggi, come a intendere che esistevano prima ed esisteranno dopo la conclusione del libro, aumentando il livello di partecipazione emotiva del lettore.

(età consigliata. dai 4 anni)

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